Juventus
Cosa va e cosa non va nella Juventus
Facciamo un’ analisi ragionata dopo le prime cinque giornate
2 vittorie e tre pareggi, sei gol fatti zero subiti, terzo posto in classifica a due punti dal sorprendente Torino e dietro il Napoli di Conte e l’ Udinese, ma un punto sopra le due milanesi.
Questi i numeri della Juve dopo cinque giornate.
Ma al di là dei numeri cosa sta funzionando e su cosa invece bisogna lavorare ancora?
Cosa va
Per prima cosa la fase difensiva. Qualcuno può affermare che andava anche lo scorso anno, ma è il contesto che è diverso.
La Juve delle passate stagioni spesso faceva fare la partita agli avversari provando a pungere in ripartenza, ora si vede una squadra che prova a sviluppare la sua partita e è attraverso il possesso e la trama che tiene lontano gli avversari dalla sua area.
Di Gregorio e Perin a Empoli sono stati praticamente inoperosi salvo che su qualche calcio piazzato, e la difesa ha funzionato anche con interpreti diversi: Gatti e Bremer per ora la miglior coppia centrale del campionato, Kalulu, Savona, Cambiaso e Cabal, chi più chi meno, hanno sempre risposto alle aspettative.
Resta il discorso Danilo che sembra ai margini, vedremo se troverà più spazio in seguito.
Cosa non va
Si crea troppo poco. Al di là di Vlahovic che merita un discorso a parte, le occasioni da gol sono veramente rare e spesso derivate da iniziative individuali soprattutto di Yildiz.
Si cerca di arrivare al tiro attraverso il gioco e è positivo ma quando si trovano squadre chiuse le difficoltà sono enormi, probabilmente a volte servirebbe più la spada che il fioretto.
Giusto cercare di costruire un canovaccio ma bisogna adattarsi al contesto anche quando questo, che sia per demeriti o serate no o per meriti dell’ avversario non riesce.
Motta insomma deve lavorare sul piano B.
Le risorse
A proposito di Motta lascia perplessi anche la gestione delle risorse.
Sabato è rimasto con tre cambi da fare.
Al di là della sostituzione Weah/Vlahovic che, quando la abbiamo vista pensavamo presupponesse a un Gonzalez impiegato al posto del serbo con lo statunitense a lato e non in mezzo, non si capisce come mai non abbia provato ad esempio a mettere un Mbangula o a dare minuti a Douglas Luiz che poteva portare qualità.
Il brasiliano a oggi è un oggetto misterioso: siamo certi che a lungo andare troverà collocazione e che il problema sia abituarsi a un calcio diverso da quello inglese dove gli avversari sono più aperti ma per ora è utilizzato meno del previsto.
Su Thuram ha pesato l’ infortunio, ma certo fa strano che in mezzo abbiano giocato già due volte di fila Locatelli (per ora uno dei migliori) e McKennie che inizialmente era ai margini, cioè due già in rosa lo scorso anno in un reparto che è stato il più rafforzato.
Sicuramente anche la mancanza di Conceicao in partite del genere pesa: il portoghese cambiò la partita con la Roma in quei pochi minuti, la sua capacità di saltare l’ uomo e creare superiorità numerica è importante.
Koopmeiners, Nico e Yildiz
Per quanto riguarda Koopmeiners il giocatore c’è e si vede. Deve ancora integrarsi con i compagni e devono imparare a conoscerlo.
Più volte si è cercato spazi trovandoli ma per ricevere ha dovuto sbracciarsi e sgolarsi.
Questione di automatismi, gli stessi che mancano per accendere Nico Gonzalez e Yildiz più spesso invece che a corrente alternata.
Il problema Vlahovic
Inutile negarlo, quello che pare un problema molto grosso al di là delle dichiarazioni è Vlahovic.
Non è una questione di gol soltanto.
Pare che non riesca a mettere in pratica ciò che il tecnico gli chiede, non cercando spazi per sé o creandoli per i compagni.
E chiaramente le occasioni così latitano per lui e gli altri.
Inoltre i soliti problemi caratteriali e qualche limite tecnico sono palesi.
Forse dovrebbe giocare più spensierato, non sentendo il peso di un contratto faraonico che vuol dimostrare di valere.
Il problema è poi ingigantito dalla mancanza di alternative data la lungodegenza di Milik, forse la società poteva provvedere in sede di mercato e lo avrebbe fatto se riusciva a togliersi anche Arthur.
Non è escluso lo faccia a Gennaio, da vedere come.
Intanto quella sostituzione con Weah è a nostro modo di vedere un segnale che gli ha voluto dare l’ allenatore per spronarlo.
Il futuro
Bisogna essere ottimisti con moderazione. Non vola nessuno e ciò concede tempo per sistemare le cose.
Certo che il lavoro da fare è molto e Motta per primo lo sa.
Ma la strada è giusta e alla lunga pagherà, ovviamente ci auguriamo prima possibile.
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