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Mercato Juventus: analisi su Koop e non solo
Nei social tanti tifosi si chiedono il senso del mercato Juve
Fa discutere sui social e sul web il mercato Juve per tanti motivi.
Da Koopmeiners inseguito per mesi, alle cessioni e ai profili cercati. Ma davvero è sbagliato? Quali sono le motivazioni? Cerchiamo di capire.
Perché Koopmeiners per forza?
Teun Koopmeiners è l’ argomento principe.
Di qui a breve dovrebbe vestire la casacca bianconera, ma la cifra che sborserà la Juventus all’ Atalanta a molti tifosi bianconeri pare esagerata.
Ci si chiede se per quei soldi non si poteva virare su altri profili, magari anche all’ estero.
Vediamo un attimo di provare a comprendere come mai Giuntoli abbia deciso di prendere l’ olandese anche a un prezzo non certo modico.
Koopmeiners vale 60 milioni?
Euro più euro meno Koopmeiners costerà intorno ai 60 milioni.
Li vale? Ovviamente la risposta sarebbe no, ma in un mercato dove le valutazioni sono gonfiate a dismisura è una richiesta che ci sta.
Facciamo un esempio che conosciamo tutti o meglio due: Soulé e Huijsen.
Il primo di fatto ha disputato una stagione in A nel retrocesso Frosinone, con un buon girone di andata e un girone di ritorno in calo.
Bene, a qualcuno è parso che sia stato svenduto alla Roma per “soli” 30 milioni euro più, euro meno.
Il secondo è stato ceduto al Bournemouth per 15 milioni + 3 di bonus dopo una mezza stagione a Roma neppure sempre da titolare dove a sprazzi ha fatto vedere ottime cose ma anche errori marchiani (vedi rigore causato nel derby di Coppa Italia) e anche qui si è parlato di svendita.
Domanda: se per Soulé è poco 30, sono tanti 60 per un giocatore che dal 2021, anno in cui è arrivato a Bergamo, è sempre progredito, per cui lo scorso anno il Napoli ne offrì 47 e che è stato protagonista in una squadra di vertice italiana (perché tale è l’ Atalanta) e che ha vinto da protagonista l’ Europa League?
Se per un difensore come Huijsen sono pochi 15 + bonus sono tanti i 60 per Koopmeiners?
Qualcuno può obiettare sull’ età e che i due ex bianconeri possono diventare fortissimi, magari lo diventeranno, ma è un magari. Koop ora checché se ne dica è affermato anche in campo internazionale.
Insomma, bisogna essere coerenti non solo per quelli che la Juve deve spendere ma anche per quelli che ha incassato.
Koop tecnicamente indispensabile secondo Motta
Thiago Motta vede in Koopmeiners un giocatore completo, che può occupare tutti i ruoli del centrocampo, che sa fare anche la fase difensiva (non ci scordiamo che nasce come difensore centrale e poi mediano) ma che è abile anche negli inserimenti in zona gol e vede la porta oltre che sui calci piazzati.
Quest’ ultimo aspetto non è trascurabile: nel calcio moderno la stragrande maggioranza dei gol nascono da palla inattiva, o con tiri diretti verso la porta o con cross al contagiri.
Alla Juve, tolto Vlahovic, la prima peculiarità manca da anni, la seconda idem.
Koopmeiners può ovviare, insieme a Douglas Luiz ha un piede che mette palloni al cm, il resto lo faranno gli esterni che arriveranno.
Insomma, il sotto punta che il tecnico italo brasiliano vuole, per di più che già conosce il campionato italiano e quindi non avrà problemi di adattamento.
Si può obiettare che spesso i giocatori usciti da Bergamo non hanno poi mantenuto le aspettative, ma deve essere legge? Gasperini vero che esalta molto ciò che ha ma pure Motta ha dimostrato di saperlo fare, o i vari Zirkzée, Calafiori, Saelemaekers erano gli stessi giocatori prima di finire nelle sue mani? Almeno aspettiamo.
Chiaro che un conto è giocare a Bergamo e un altro a Torino, e ne parliamo in parte sotto, ma il giocatore la vede come una sfida che è in grado di vincere: essere decisivo anche in un club con un’ altra pressione.
Perché l’ Atalanta non è scesa
Qui ci sono due ragioni.
Al di là del discorso di principio che lascia il tempo che trova è che a Bergamo non hanno bisogno di vendere per forza.
Logicamente ogni giocatore di Gasperini è cedibile, ma al prezzo che Percassi vuole, dato che i bilanci orobici sono floridi e non c’è pressione o obbligo di vincere.
Parliamoci chiaro: vero che ora sull’ Atalanta ci sono altre aspettative, ma se per caso un anno arriva a metà classifica qualcuno fa drammi? Non crediamo. A Torino o a Milano invece è ben diverso.
C’è poi un motivo ancora più sottile che pochi o nessuno ha ricordato: quando l’ Atalanta prese Koopmeiners dall’ AZ Alkmaar lo pagò 14 milioni più il 10% su una futura rivendita. Quindi, se viene pagato 60 milioni, 6 spettano agli olandesi, logico che i neroazzurri cerchino quindi di strappare il più possibile.
Strategia di mercato criticabile?
Un altro appunto che viene mosso dai DS del web è la strategia di mercato: perché cedere Soulé e poi cercare un esterno magari pagandolo di più o uguale? Perché cedere Huijsen e poi cercare un centrale?
Al di là che bisognerebbe anche capire le volontà dei giocatori e le garanzie che chiedevano oltre alla loro funzionalità nel progetto tecnico (ma qui crediamo, e su Soulé siamo certi, che Motta li avrebbe tenuti), il discorso è su come funziona il bilancio.
La plusvalenza sulla vendita di un giocatore, anche se in pagamento dilazionato, va immediatamente a bilancio. Quindi i 30 milioni di Soulé vengono iscritti subito totalmente (essendo l’ argentino stato pagato a suo tempo 120.000 €), la spesa per l’ acquisizione va a bilancio secondo il dilazionamento del pagamento quindi se per esempio prendi un giocatore a 30 pagabile in tre esercizi a bilancio iscrivi 10 l’ anno (oltre l’ ingaggio).
Dovendo la Juventus per accordo con la UEFA rientrare con parametri prefissati non conta tanto la differenza fra ciò che spende e ciò che incassa ma le plusvalenze che fa (ovviamente reali non discutibili dato che ora plusvalenza sembra quasi una parola vietata).
Inoltre non ci scordiamo che, avendo la proprietà destinato 40 milioni per il mercato, per poter costruire una squadra adatta al progetto tecnico il resto va trovato e lo puoi fare con cessioni di giocatori che hanno richiesta.
Non è detto che gli esuberi ne abbiano tante ad esempio.
Poi intendiamoci, magari la strategia sul campo si rivelerà un buco nell’ acqua ma quello lo vedremo dopo, finanziariamente per ora la Juve si è mossa bene, pur con le pecche degli esuberi ancora da definire e, se contiamo gennaio, la scommessa persa con Djaló.
Bilanci a suo tempo
Insomma, il 30 si potrà fare un primo bilancio del mercato Juve, ma sarà sempre teorico perché il bilancio vero e proprio si farà sul rettangolo verde a fine stagione.
E è lì che sia Motta che Giuntoli si giocano praticamente tutto.
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