Juventus
“La Juventus: sogno che avevo fin da bambino”
La presentazione di Cabal
Avete presente quando arriva Natale e i bambini vedono sotto l’ albero i regali?
La stessa espressione la aveva Cabal alla Conferenza Stampa di presentazione.
Un ragazzo partito dalla Colombia che ha realizzato il suo più grande desiderio: vestire la maglia bianconera.
Ecco cosa ha detto.
“Un sogno essere in una delle squadre più forti del mondo”
“Sono molto contento di essere arrivato in questa squadra. Per me è un sogno essere arrivato in una delle squadra più forti in Italia e nel mondo. Ho lavorato davvero tanto già da questa settimana e per poter realizzare il mio sogno che non è solo arrivare alla Juventus e fermarmi un anno. voglio diventare un giocatore importante come Chiellini, Bonucci e Cannavaro. Voglio diventare un giocatore importante per la Juve”.
“Voglio portare il calciatore ma anche la persona”
“Voglio portare alla Juve il mio talento. Vorrei portare anche quello che sono come persona sia in campo, dove cercherò di dare il meglio, ma anche come persona. Cercherò di fare il meglio e di fare quello che posso e farò quello che vuole il mister, cercando di migliorare su tutti i fronti”.
“Resilienza la parola che mi rappresenta”
“Se dovessi usare una sola parola forse sarebbe resilienza. Ho lottato molto per realizzare questo sogno. In molti hanno notato che avevo già la maglietta della Juve fin da piccolo e da allora ho sempre inseguito questo sogno di arrivare alla Juventus
Appena arrivato in Italia ho sempre sentito di essere più vicino a questo sogno. Grazie a Dio sono arrivato qua. Ho diversi riferimenti come Cuadrado, Cristiano Ronaldo, Alex Sandro, ma sono vari i giocatori che sono passati in questo club. Io voglio essere uno di quelli che sono passati ma sono rimasti nella storia. Io voglio fare la storia”.
“Saputo della Juve non ho voluto altro”
“È una decisione che era legata al mio sogno, ma era anche quello della mia famiglia e della società. Non volevo andare in un’altra società. Non ne voglio parlare, so che anche l’Atalanta società è una società importante. Ma il mio sogno era venire qui e lottare per questa maglia”.
“Ringrazio Zapata. Con Cuadrado…”
“Sono tanti i giocatori colombiani che mi hanno ispirato perché ho avuto la fortuna di vederli giocare, ho anche condiviso il campo con loro, li conosco e mi hanno aiutato a crescere.
Zapata che mi ha aiutato tanto nel mio percorso di crescita. Con Cuadrado ho parlato, ci siamo scambiati qualche parola e mi ha detto che ho preso la decisione giusta perché non c’è nessuna altra squadra come questa”.
“Thiago Motta mi ha detto di godermela e di essere me stesso”
“Il Mister mi ha detto di godermela, di essere me stesso e di cercare di diventare un giocatore migliore perché a volte il talento non basta e bisogna lavorare ogni giorno ci sono cose nuove per lavorare. Lui è una persona corretta ed è stato un bravo giocatore e questo mi aiuterà a capire più cose.
Da piccolo mi piaceva Marcello, ma ne ho visti tanti e ho raccolto informazioni su di loro perché è fondamentale vedere i giocatori bravi e provare a ripetere le loro gesta.
Quello che mi è piaciuto di più di Thiago Motta è quella fiducia che ti da perché è importante sentire la fiducia, aprirti ed essere te stesso. E fino ad ora ho sentito questa fiducia da parte sua in queste due amichevoli e penso che continuerò a sentirla e voglio dimostrare tutto ciò in queste due partite”.
“Sempre avuto fiducia in me stesso”
“Forse avevo già a Verona la fiducia. È importante credere in se stessi, perché se tu non credi in te stesso come possono crederci gli altri: devi avere fiducia che tutto andrà bene. Certo sono cresciuto molto e il percorso in Italia non è stato facile. Ma mi sono abituato e adesso lo conosco abbastanza bene per poter mettere in campo il mio talento e lo voglio fare per la Juventus.
Mi sento ancora un po’ stranito quando entro nello spogliatoio e sono meravigliato, quando vedo questi grandi giocatori. Sono molto felice di tutto questo e di quello che sto scoprendo, di come mi hanno accolto sia i tifosi che la società. Voglio ridare indietro tutto quello che mi stanno donato tutti in queste prime settimane”.
“Nel calcio bisogna essere forti mentalmente”
“Si tratta più di una cosa mentale: nel calcio si soffre, ci sono cose che piacciono e altre no, ma bisogna essere forti mentalmente. E poi crescere sia come persona che come calciatore. Nel calcio attuale bisogna essere molto forti e solidi”.
“Essere qui una gioia non solo mia”
“Essere alla Juventus nella mia carriera è qualcosa di meraviglioso ed è la cosa più bella che sia successa nella mia carriera. Non ho neanche le parole giuste per descrivere quello che mi sta succedendo posso soltanto dire una cosa: ‘Wow sono qui’. A volte non riesco a smettere di piangere e non riuscivo a smettere di piangere quando mi hanno chiamato per confermarmelo. Non riuscivo nemmeno a dormire e volevo fare la valigia per venire qui.
È una gioia che non è solo mia ma di tutta la mia famiglia, della mia compagna e di tutte le persone che mi hanno accompagnato nella mia crescita. Sono una persona semplice e voglio continuare così”.
“Il capitano un leader vero”
“Dentro lo spogliatoio penso sia chiaro chi sono i leader. Soprattutto il capitano. Ma in realtà siamo tutti leader soprattutto in campo perché andiamo tutti verso lo stesso obiettivo. Non credo che dovrò intrufolarmi per farmi spazio perché abbiamo tutti lo stesso obiettivo e lavoriamo tutti al fine di poter raggiungere il nostro obiettivo. Siamo tutti leader allo stesso modo”.
“In Colombia vogliono tutti le mie magliette”
“Tutti in Colombia vogliono che mandi le mie magliette in pacchi, ma sono tutti contenti. Qui c’è una bella energia, mi fanno sentire parte della squadra fin da subito e questo è importante. È fondamentale che io sia felice”.
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