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“AD della Juventus nel periodo peggiore”

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È tornato a parlare Maurizio Arrivabene. Lo ha fatto in una lunga intervista al Corriere della Sera pochi giorni dopo la richiesta per il suo rinvio a giudizio, insieme agli altri dirigenti compreso Andrea Agnelli, da parte del GIP di Roma in merito all’ inchiesta Prisma.

Vediamo i punti salienti

“Il COVID ha complicato le cose”

“Premetto che nel periodo in questione io ero nel cda in qualità di consigliere senza deleghe e in un momento in cui a causa del Covid ci si riuniva in videoconferenza – ha spiegato l’ex amministratore delegato – . Allora la strategia della società mirava a una forte espansione iniziata in precedenza con l’acquisto di Ronaldo e l’obiettivo era vincere la Champions ed entrare in modo solido e duraturo tra le grandi d’Europa: di conseguenza sono stati fatti altri acquisti, poi il Covid ha complicato le cose”.

“Speso troppo prima”

“Ho iniziato il mio lavoro da dirigente il primo luglio 2021 trovando una situazione piuttosto pesante a causa degli investimenti precedenti. Ovviamente la pandemia aveva aumentato i problemi, i costi di contratti molto onerosi avevano creato una situazione piuttosto difficile. Cosa dovevo fare, andare in tv e dire abbiamo sbagliato a spendere troppo? Vi immaginate la reazione di tifosi e media? In silenzio mi sono rimboccato le maniche e ho iniziato a lavorare, quell’anno grazie ad alcune vendite e all’acquisto di soli due giocatori, Locatelli e Kean, facemmo un mercato morigerato subendo anche critiche”.

“Continuo a credere nella Giustizia”

 “Le cose vanno avanti. Continuo a credere nella giustizia. Anche in quella sportiva? Vedremo cosa dirà la Corte Europea. Con Andrea Agnelli ci sentiamo ancora”.

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