Juventus Next Gen
Scopriamo il Pineto. Serietà e programmazione.
Quel calcio di Provincia che ricorda tempi andati.
Il Pineto Calcio sembra una realtà come anni fa ne esistevano tante, ora purtroppo sono rare eccezioni.
Si parla di quel calcio di Provincia che, con passione, programmazione e coinvolgimento della piazza che si identifica con la sua squadra, arriva a ottenere risultati insperati anche superando squadre con ben altro seguito e possibilità economiche.
Se nel calcio di una volta ne vedevamo diverse, oggi sono delle rarità ma restano la dimostrazione che se si sa “fare calcio” si può fare buone cose sempre.
Un paese che vive per la squadra
Appena 14000 abitanti, Pineto fino a poco tempo fa era conosciuto solo come località turistica.
Ubicata in quella splendida Regione che è l’Abruzzo sul Mare Adriatico, meta estiva ricercata offrendo nel contempo la tranquillità del piccolo paese con tutte le comodità di centri grossi, ora tanti la conoscono anche per la sua squadra di calcio che vive in simbiosi con la sua gente: i calciatori sono degli idoli ma vengono trattati, parole loro, da “pinetesi” come se lì fossero sempre stati, e molti che quando hanno saputo dai rispettivi procuratori dell’ offerta del Pineto e si chiedevano dove fosse e cosa li aspettava ora sono contenti della scelta fatta.
Un Presidente “particolare”
Silvio Brocco, il Presidente, è un tipo particolare.
Microbiologo a capo della azienda “Liofilchem”, che sviluppa sistemi brevettati per le prove di sensibilità degli antibiotici e produce prodotti batteriologici in generale, è un appassionato musicista, suona la batteria e ha un gruppo con il quale si esibisce in tutta Italia.
La sua passione per la musica è seconda solo a quella per il Pineto, amore nato da bambino quando era sempre al campo e si offrì per segnare le righe.
Entrato in società negli anni’80 come Vice Presidente, dopo qualche anno ha assunto il comando portando con una programmazione seria il Pineto dalla Promozione ai professionisti per la prima volta nella sua storia lo scorso anno in cui ha vinto anche la Coppa Italia di Serie D.
Un allenatore maniacale
Roberto Beni è un tecnico preparato che ha fatto tanta gavetta ma che “studia” calcio in continuazione.
Gioca un 3-5-2 propositivo in cui riesce a esaltare i singoli ma mettendo al centro il gruppo, che è la vera forza dei biancoazzurri, smentendo i pronostici della vigilia che, in un Girone con tante piazze illustri, vedevano la neopromossa abruzzese fra le maggiori candidate alla retrocessione.
Ora in Abruzzo, a salvezza acquisita, sognano i Play Off e quello con la Next Gen sarà quindi uno scontro diretto.
La stella
Come detto la forza del Pineto è il gruppo ma è emerso Emilio Volpicelli, la cui storia è comune a molti giocatori che avrebbero meritato di più ma che spesso devono lottare per farsi notare partendo dalle serie inferiori.
Nato a Napoli e cresciuto nel difficile quartiere di Scampia, ha quindi imparato presto che nella vita tutto va conquistato e nessuno regala nulla.
Ha iniziato proprio nella squadra del quartiere sognando con il pallone di poter avere una vita migliore.
Tifosissimo del Napoli, con idolo l’allora centroavanti azzurro Calaiò la squadra azzurra lo scartò e a 14 anni si trasferì nel settore giovanile dell’ Ascoli. Di lì una lunga trafila in giro per l’Italia fra Eccellenza e D fino all’ approdo a Pineto quest’ anno, dove con 11 reti è il capocannoniere della squadra.
Insomma, la Next Gen affronta un match difficile e già all’ andata fu una partita combattuta finita 2-2 in modo rocambolesco: dopo il vantaggio di Guerra al 55′ ragazzi di Brambilla furono raggiunti al 77′ da Njambé. In pieno recupero la vittoria sembrava cosa fatta con un rigore trasformato da Yildiz, allora ancora non in pianta stabile in Prima Squadra, ma il Pineto dimostrò di essere squadra che non molla mai: rimessa palla al centro si procurò un rigore che Volpicelli realizzò per il pari finale.
Dopo la sconfitta pur onorevole con la corazzata Cesena fare risultato in Abruzzo sarebbe un mattone importante per blindare i Play Off e i ragazzi bianconeri lo sanno benissimo.
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