Colpo di scena sul ricorso di Andrea Agnelli al TAR del Lazio in merito alla squalifica per il caso plusvalenze.
Il giudizio è stato infatti sospeso in attesa di un pronunciamento della Corte Europea su alcuni aspetti nodali.
Stessa sorte per il ricorso di Maurizio Arrivabene.
“Il ricorrente rileva con ampia motivazione il contrasto della legge nazionale e delle citate deliberazioni del giudice sportivo con i principi e le disposizioni unionali”, si legge nella sentenza che riporta la posizione dei legali di Agnelli.
Praticamente il TAR rinvia alla Corte di Giustizia Europea due particolari quesiti che rischiano di mettere in discussione l’autonomia dell’ordinamento sportivo e la legittimità del famoso articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva, quello che fa riferimento alla “lealtà, correttezza e probità” dei tesserati in ambito sportivo.
Il TAR chiede alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea di pronunciarsi in merito al fatto che un giudice statale non possa annullare una sanzione comminata dall’ordinamento sportivo, ma qualora la ritenesse ingiusta, può solamente chiedere alla federazione coinvolta un risarcimento a favore del sanzionato.
Occorre ricordare che il principio di autonomia dell’ordinamento sportivo in realtà è già stato ribadito due volte dalla Corte Costituzionale, l’ultima nel 2019, sentenza 160.
Il problema è che i giudici del TAR vogliono verificare la compatibilità con le normative europee di questa disposizione.
L’ altro punto è come detto l’ articolo 4 che difende il principio di lealtà, inserito nel codice della Figc come in quello di tutte le federazioni italiane. A oggi è quello che comprende qualsiasi violazione in termini di lealtà, senza però esplicitare nello specifico quali sono queste violazioni.
L’ ex numero uno bianconero ha avuto 24 mesi di inibizione per il mancato rispetto dell’art. 4, senza un altro articolo specifico a supporto.
Il TAR chiede all’Europa se sia legittimo condannare senza che nel Codice vengano riportate esplicitamente le diverse violazioni.
La Figc ha sempre risposto che, vista la vastità delle possibili violazioni, qualora fossero esplicitate il rischio è quello che molte di queste possano restare impunite perché in un Codice come quello di Giustizia Sportiva Figc sarebbe impossibile coprire l’intero ventaglio di possibili reati.
La Corte Europea ha una bella gatta da pelare e, come è facile capire, il suo pronunciamento rischia di mettere in discussione tutto l’ ordinamento giuridico sportivo.
Non resta a questo punto che attendere.
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