Juventus
Juventus: non è l’ anno zero ma doppio zero
Cantiere ancora all’ inizio
Oggi la Juventus affronterà alle 15 a Goteborg (diretta DAZN) l’ amichevole con l’ Atletico Madrid con una rosa ridotta all’ osso.
Inutile dire che a otto giorni dall’ inizio della stagione la tifoseria si augurava di essere più avanti, con magari solo aggiustamenti da fare.
A oggi all’ appello mancano il colpo finale a centrocampo, uno probabilmente due esterni vista la situazione Chiesa e un difensore centrale, dando per scontato che Milik resti in rosa come vice Vlahovic.
Le critiche a Giuntoli
Nell’ occhio del ciclone di molti tifosi è finito Cristiano Giuntoli.
Oltre alla rosa ancora in larga parte incompleta ci sono praticamente tutti gli esuberi ancora sul groppone e lo si accusa di aver “svenduto” giovani talenti.
Ma sono fondate le accuse? Analizziamo a 360 gradi la situazione.
Il primo anno di Giuntoli
Giuntoli è arrivato lo scorso anno a fine giugno e praticamente non ha potuto fare nulla: data l’ esclusione dalle Coppe il diktat della società era sfoltire la rosa e diminuire il monte ingaggi.
Sul mercato in entrata con i pochi fondi si poteva fare poco o nulla e così è stato fatto.
A ciò aggiungiamo che non ha avuto il tempo di creare la sua squadra e, come deve fare un manager, doveva entrare in punta di piedi per valutare le situazioni dall’ interno.
Si è arrivati quindi a quest’ anno e di fatto è il suo primo.
Le accuse
Partiamo dalla prima: la rosa incompleta. La società ha messo a disposizione 40 milioni per il mercato, mettendo dei paletti sul monte ingaggi vista la situazione di bilancio e la spada di Damocle della UEFA per rientrare nei parametri del Fair Play Finanziario.
In poche parole: bisognava arrangiarsi.
Per carità, un manager deve essere bravo a farlo ma nessuno ha la bacchetta magica.
Ha dovuto fare di necessità virtù e il mercato gioco forza andava fatto con le cessioni.
Facile dire: “Vendi quelli in esubero e li prendi da lì”.
Purtroppo molti di quei giocatori hanno contratti pesanti stipulati dalla precedente gestione e non è così semplice, dato che devi anche evitare minusvalenze.
Da lì molti che sono ancora da piazzare
Allora si è dovuto sacrificare, anche a malincuore, alcuni giovani interessati che in altra situazione si sarebbero tenuti, vedi Soulé e Huijsen ad esempio, che hanno garantito plusvalenze praticamente secche a bilancio e capitali da reinvestire.
Poi sul discorso “svenduti” parliamone: per restare a Soulé e Huijsen parliamo di due giocatori che hanno fatto una stagione in serie A (Huijsen mezza), quanto si poteva pretendere? Se si ritiene che 30 milioni e rotti per Soulé siano pochi non ci lamentiamo dei 60 che chiede l’ Atalanta per Koopmeiners, che viene da stagioni a alto livello in una squadra che è arrivata ai vertici e ha vinto l’ Europa League.
I mancati acquisti
Molti sono rimasti delusi dagli obiettivi saltati, Calafiori e Todibo su tutti.
A nostro avviso la Juventus ha fatto bene a non partecipare a un’ asta.
Al di là che i dettami societari sono altri, e molti come detto imposti dal Fair Play Finanziario, 50 milioni per Calafiori e 40 più il 20% della futura rivendita per Todibo ci sembrano follie, senza contare gli ingaggi strappati dai due giocatori.
Fermo restando che non si possono pretendere per ovvi motivi nomi altisonanti con ingaggi elevati, Giuntoli per ora è intervenuto nel reparto che per tutti era il più carente cioè il centrocampo, dove sta cercando di chiudere per Koopmeiners ancora.
Vero mancano gli esterni ma non scordiamoci che il budget è quello che è e bisogna piazzare prima qualche giocatore dato che gran parte della liquidità sarà destinata per l’ olandese.
Un altro particolare da tenere di conto è che le società di appartenenza spesso sparano alto, per poi calare le pretese quando la fine del mercato si avvicina e, data la situazione, giusto agire con oculatezza.
Il caso Chiesa
Detto della difficoltà di piazzare gli esuberi spesso vengono mosse accuse per la gestione di Chiesa.
Sono mesi che si discute del prolungamento senza arrivare a nulla, l’ ingaggio che chiede è fuori dai parametri societari ma soprattutto ritenuto eccessivo dopo quanto dimostrato in campo.
Allora molti tirano in ballo ciò che prende Vlahovic, dicendo che si potrebbe vendere lui scordandosi però tre particolari: era un contratto fatto dalla precedente gestione e che il serbo non ha mercato. Ma non perché non sia ritenuto bravo ma perché la Juve per non fare minusvalenza deve venderlo come minimo sui 60 milioni e la società acquirente dovrebbe garantirgli un ingaggio di 12 milioni. Insomma un’ operazione che fra tutto sfiora i 100 milioni, chi è che la farebbe?
E poi è più facile prendere un esterno o un centroavanti forte?
Averlo dichiarato fuori dal progetto un autogol? Era il segreto di Pulcinella, siamo seri.
La rivoluzione repentina
Ma il nocciolo della questione è un altro: una rivoluzione totale giocoforza fatta praticamente in un solo mercato.
È cambiato progetto tecnico e quindi va costruita una squadra funzionale a quel progetto, tenendo conto dei parametri scritti sopra.
Cosa che se Giuntoli fosse arrivato lo scorso anno prima sarebbe in parte iniziata allora.
In poche parole questo non è l’ anno zero come ha detto Elkann ma quello doppio zero.
Ci vuole pazienza e i tifosi devono capirlo.
Vediamo la squadra che verrà allestita e stiamo vicini ai giocatori e alla società.
A fine stagione poi giudicheremo, o Fino alla Fine è un semplice slogan?
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