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Juventus: cosa resta dopo tre giornate

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Facciamo un’ analisi approfondita

Ieri non è stata la partita che molti tifosi bianconeri si aspettavano e è inutile negarlo.

Qualcuno, viste le prime due vittorie e una Roma in difficoltà, in cuor suo aveva fatto la bocca a arrivare alla sosta a punteggio pieno e con il primato solitario.

Noi avevamo cercato di mettere freno ai facili entusiasmi e non per mettere le mani avanti, ma perché sappiamo che un percorso di crescita che è appena all’ inizio ha bisogno di tempo e sono fisiologiche serate più sotto tono.

Cosa va

Ciò che ci ha stupito in positivo è la solidità difensiva.

Qualcuno può dire che è caratteristica ereditata dalla scorsa gestione ma, senza togliere nulla a Allegri, è un ragionamento sbagliato.

È cambiata la linea, da tre a quattro, e chiunque abbia giocato a calcio sa che cambia dal giorno alla notte.

I due centrali che sono stati fra i più positivi vero che c’erano lo scorso anno ma almeno uno dei due, Bremer, a quattro non ha mai giocato in vita sua.

Onestamente pensavamo che la grossa difficoltà della nuova gestione sarebbe stata proprio la quadra difensiva ma invece ciò non è avvenuto.

Abbiamo una Juventus che in tre gare ha rischiato pochissimo, anche ieri solo con un tiro da fuori allo scadere, e con un Di Gregorio spettatore non pagante.

Cabal deve migliorare su tanti aspetti ma il piede lo ha, Savona stupisce per come sta tenendo il campo, sembra un veterano.

E a chi dice che le prime due gare abbiamo giocato contro nessuno va ricordato che il Verona ha fatto tre gol al Napoli e ieri ha vinto su un campo dove l’ Inter ha sofferto.

Anche il modo di difendere è cambiato, si sta più alti anche con gli altri reparti.

Locatelli ieri non è stato brillante come le prime due giornate ma mai è andato in sofferenza.

Mbangula è stato insufficiente ieri, ma comunque ha dimostrato che può fare comodo, chiaramente gli va dato il tempo anche di sbagliare.

I nuovi arrivati in fondo quando sono entrati hanno dimostrato che con il tempo possono fare la differenza, la Juve ha rinchiuso la Roma pur creando poco e lì ne parliamo dopo.

Koop ha fatto girare la palla più velocemente, Conceicao ha creato scompiglio e, se Vlahovic avesse chiuso il triangolo in un paio di occasioni anziché intestardirsi, probabilmente la Juve arrivava in porta.

Cosa non va

Bisogna trovare il bandolo della matassa quando le partite sono sporche come ieri, ci vuole quella qualità che magari ti inventa qualcosa per venirne a capo.

Tanta la dovranno dare i nuovi ma ce la aspettiamo anche da Yildiz che però, ricordiamolo, ha vent’anni.

Douglas Luiz è sicuramente un giocatore tecnico ma crediamo di aver capito perché per ora Motta lo abbia utilizzato con il bilancino.

Gli manca, complice una preparazione iniziata tardi, la brillantezza che rende la giocata utile.

Scartare tre giocatori per poi una volta creata la superiorità numerica tornare indietro non serve. Sarà comunque un giocatore che entrato in forma senz’altro può far fare il salto di qualità.

Fagioli purtroppo è ancora indietro. Si prende un’ ammonizione dopo due minuti e la aveva rischiata pure a Verona proprio perché vuole dimostrare ma gli manca ancora il ritmo partita. 

Motta lo ha schierato un po’ per necessità visti i tardati arrivi e gli infortuni, un po’ per fargli prendere fiducia.

Ma crediamo che il Thuram che abbiamo visto solo un tempo ora come ora sia imprescindibile, speriamo torni a posto dopo la sosta.

Capitolo a parte lo merita Vlahovic.

Il serbo ha sempre il solito problema e si chiama testa.

Se gli arrivano pochi palloni si innervosisce, se poi quello che gli arriva lo sbaglia ancora peggio.

Ieri come detto prima non ha passato la palla per due volte a Conceicao in situazioni che, se chiudeva il triangolo, probabilmente il portoghese o poteva rendersi pericoloso o lo metteva in porta.

Se vuole diventare un attaccante di livello deve lavorare su questo e sta anche al tecnico farglielo capire.

Vlahovic ha il solito problema che si chiama “testa” (foto Juventus.com).

La cosa che però deve essere assolutamente migliorata è venire a capo della gara anche in modo diverso dal preventivato.

La Juventus cerca, probabilmente anche per dettame del tecnico, di arrivare al tiro con la manovra ma in partite come ieri con un avversario che ti chiude ogni spazio la scatola va aperta anche cercando soluzioni magari da fuori area senza voler cercare di andare per forza in porta perché da lì può nascere anche un angolo o, male che vada, non rischi di perdere palloni che possono favorire le ripartenze avversarie.

Bremer dal punto di vista difensivo ottimo ma in impostazione ancora deve lavorare e non poco.

Il futuro

Questa squadra ha un potenziale su cui lavorare. Ferma restando la solidità trovata nella fase difensiva vanno inseriti i nuovi bel contesto, facendogli ritrovare la condizione e migliorando intesa e meccanismi con i compagni.

E questo sarà il compito di Motta.

Chiaramente va dato il giusto tempo, anche i cicli più vincenti della storia bianconera sono passati dal tempo e trovare la quadra.

Per non andare troppo lontano quello di Lippi nacque da uno 0-2 casalingo che per ribaltarlo mise le tre punte e da lì si iniziò a volare e si era a dicembre, quello di Conte capendo come sfruttare bene Pirlo e Vidal passando da un 4-2-4 prima a un 4-3-3 poi a un 3-5-2 per la BBC.

Allegri entrò in punta di piedi con una squadra già formata poi pian piano mettendoci del suo.

Qui abbiamo una squadra dove quasi nessuno, allenatore compreso se si leva quando giocava, ha mai lottato per alti traguardi con una maglia pesante con le pressioni che ne derivano, c’è la fame e la voglia di dimostrare ma bisogna lavorare sul resto.

Fiducia nel progetto

La Juventus ha realmente un progetto dopo anni che si navigava a vista ma non si può pretendere tutto subito.

Chiaramente se ti chiami Juve devi puntare al massimo ma dobbiamo anche capire che è stata attuata una rivoluzione.

Non diciamo che la squadra bianconera non possa vincere subito, anche se non ci stupiremo se ciò non avvenisse, ma dobbiamo pretendere che quanto meno resti in corsa fino in fondo e si butti un seme che, con i dovuti ritocchi, dia i suoi frutti negli anni a venire 

Fiducia massima nel progetto, criticando con raziocinio e senza esaltarsi o abbattersi per una o due partite.

Siamo convinti che la strada presa vada perseguita e il nostro dovere di tifosi è sostenerla come dice il nostro motto FINO ALLA FINE!!!

 

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