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“Alla Juve si sente il peso della storia”

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Braghin-Juventus

Lunga intervista video di Stefano Braghin a lastampa.it.

In un’intervista videolastampa.it Stefano Braghin racconta il suo percorso bianconero, iniziato nel 2012, e le prospettive della squadra femminile e di tutto il movimento rosa.

Riportiamone alcuni estratti.

“La Juve è il massimo a cui può aspirare un dirigente”

“Io un’esempio di fedeltà? Mi fa piacere, ho iniziato nel 2012 questo rapporto con la Juventus che è il massimo cui un dirigente appassionato di calcio possa aspirare.

Ho avuto la fortuna di spaziare dal maschile e, dal 2018, al femminile che ho visto nascere”.

“Quando si varca quel cancello si sente il peso della storia”

“Come dico sempre alle ragazze quando si varca quel cancello si sente il peso della storia. Come abbiamo costruito un ciclo vincente da subito? Abbiamo scelto le persone giuste in ogni ruolo oltre a giocatrici valide e non solo sul campo. Io dico sempre che chi va in campo vince le partite ma le persone vincono i Campionati”.

“Il professionismo? Grande conquista ma è mancato un piano di sostenibilità”

“L’avvento delle società professionistiche ha dato impulso al movimento, sembra banale ma ora una ragazzina può aspirare a arrivare a giocare nella sua squadra del cuore, cosa che prima non poteva e anche questo ha contribuito a aumentare il numero delle praticanti anche se, essendo partiti in ritardo, siamo ancora lontani da altri paesi.

Ovviamente ciò ha portato professionalità e organizzazione e un’altra svolta epocale è stato il riconoscimento dello status di professioniste a ragazze che si fatto lo erano ma non per lo Stato.

L’altra faccia della medaglia però è che i costi sono aumentati e su questo è mancato un piano di sostenibilità anche perché il movimento era all’ inizio. Dobbiamo lavorarci”.

“Sara Gama un esempio”

Sara prima di tutto è una donna di spessore culturale e personale. È un privilegio averla con noi, ogni tanto capita che si discuta ma si riesce sempre a trovare la soluzione. Logico che molte bambine hanno iniziato a giocare ispirandosi a lei. Il suo addio alla Nazionale? Io sono anche Capo Delegazione azzurro per cui lo ho vissuto anche in veste diretta. In quello stadio anche nelle avversarie ho visto commozione perché capivano che si era chiusa un’epoca“.

“Crediamo nel Settore Giovanile e vogliamo costruire squadre in futuro con un grande identità italiana”

“Abbiamo visto con la Next Gen i benefici che ha avuto la Società nel maschile, noi non abbiamo la Next Gen e abbiamo ovviato mandando un paio di anni ragazze in prestito un po’ ovunque prima del salto nella nostra Prima Squadra che sappiamo ha un’asticella alta. In questo modo ne abbiamo inserite due quest’ anno e altre due sicuramente il prossimo. Abbiamo 200 tesserate dalle bambine fino alla Under 19 e vogliamo costruire un futuro con una squadra con una forte identità italiana perché nel femminile secondo me a differenza del maschile c’è ancora bisogno di questo“.

“Il rinnovo. Un piacere e un onore ma anche una grande responsabilità”

“Che la società mi abbia rinnovato la fiducia dopo tanti anni è un onore e un piacere ma mi riempie ancora più di una grande responsabilità che accetto volentieri. Era fisiologico che dopo 12 trofei vinti su 19 disputati vivessimo una fase come stiamo vivendo, anche perché le vecchie hanno bisogno di giovani per aiutarle e noi, come ho detto, le abbiamo in casa. Sono convinto che grazie a loro e con innesti mirati anno per anno la Juventus Women continuerà a stare ai massimi livelli”.

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