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Un disastro totale, di chi è la colpa?

Un’ umiliazione inaccettabile

“La vittoria ha molti padri, la sconfitta è orfana” recita un vecchio detto.

Ieri sera la Juventus ha salutato la Champions League e lo ha fatto nel modo peggiore, con una prestazione inaccettabile e non dando mai l’ impressione di essere dentro la partita.

Vero, nel primo tempo ha tutto sommato rischiato poco, ma non ha mai provato a fare male.

A differenza di quanto dichiarato da Motta alla vigilia la sensazione è che si volesse vivacchiare sul vantaggio dell’ andata.

Il confine sottile fra meriti e demeriti

Intendiamoci, non vogliamo sminuire i meriti del PSV che nell’ arco dei 210 minuti ha fatto esattamente ciò che doveva fare, mettendo voglia e aggressività.

Ma a nostro modo di vedere sono molti di più i demeriti dei bianconeri.

Un doppio turno che è lo specchio di questa stagione

Fra andata e ritorno si è vista una Juventus altalenante, sulle montagne russe e è così dall’ inizio della stagione.

Se ci soffermiamo al cammino Champions abbiamo visto prestazioni discrete alternate a altre sconcertanti, non possono passare inosservate le partite “subite e non giocate” come ieri e con lo Stoccarda e il Benfica in casa.

Ma di chi è la colpa?

Giocatori che hanno reso sotto le aspettative

In campo ci vanno i giocatori quindi non possono essere assolti.

Koopmeiners al di là che ieri non è stato fra i peggiori ha a oggi avuto un rendimento insufficiente. 

Nico Gonzalez non ha quasi mai inciso, Douglas Luiz idem e dopo le dichiarazioni rilasciate nel post partita della gara di andata che hanno fatto discutere, è incorso nell’ ennesimo infortunio, su cui qualcuno sta sollevando qualche dubbio.

Altri sembrano persi alla causa come Vlahovic, ormai messo solo per disperazione.

Le colpe di Motta

No, non possiamo fare finta di nulla e lo diciamo apertamente.

A nostro avviso il grosso responsabile di questo disastro, perché a oggi tale è, ha un nome e un cognome: Thiago Motta.

Al di là delle variabili infortuni che logicamente hanno inciso, pure ieri non ci voleva il quasi immediato stop di Veiga, ma cambiare continuamente le formazioni, per di più mettendo giocatori fuori ruolo e insistendo su un modulo che non valorizza le caratteristiche di ciò che ha disposizione è un suicidio annunciato.

La Juventus è prevedibile, fa sempre lo stesso canovaccio a prescindere da chi ha a disposizione e a chi ha davanti e dai momenti della partita.

Ieri poi la pantomima con giocatori che si scaldavano e si rimandavano continuamente le sostituzioni dà una sola sentenza: idee poco chiare.

Ma il problema è che lui quando si presenta ai microfoni sembra convinto di averle le idee chiare.

Le dichiarazioni post partita di ieri sono sconcertanti.

“Rifarei tutto…. Non è vero come ha detto Locatelli che loro volevano passare il turno di più… Koopmeiners aveva la febbre, ha chiesto lui il cambio…”

Non ammettere mai le proprie responsabilità, smentire i giocatori che invece lo fanno e mettere in campo un giocatore febbricitante in una gara decisiva…

Ieri sera Motta si è seccato per le dichiarazioni, giuste, di Locatelli ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Presunzione e mancanza di umiltà, cosa che non deve albergare in un tecnico navigato figurarsi in un novellino arrivato ora in un top club.

No, non ci siamo assolutamente.

Voler per forza imporre la tua idea a scapito del bene della squadra e mettendo ai margini svalutandolo o epurando chi non è d’ accordo con te non paga mai.

Lo spogliatoio pare, se non contro il tecnico, quanto meno in un rapporto non proprio idilliaco con lo stesso.

L’ attenuante dell’ inesperienza reggerebbe se lui ne fosse consapevole e fosse umile.

Ma la parola umiltà non fa parte del suo DNA.

Le colpe di Giuntoli

Al DS bianconero viene rimproverato il mercato, soprattutto riguardo a Koopmeiners, Douglas Luiz e Nico Gonzalez.

Bene, i primi due venivano da stagioni ottime.

Se non rendono sarà Giuntoli che ha preso un flop o colpa di qualcun altro?

I nuovi più costosi non hanno reso. Flop di Giuntoli o colpa di qualcun altro? (FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Sull’ argentino siamo in parte d’ accordo.

Avremmo ritenuto più utile prendere un’ altra punta ma alla fine si torna lì: vedendo il passato di Motta è chiaramente un acquisto voluto da lui che pensava di farne un altro Zirkzée.

Quando prendi tanti giocatori azzeccarli tutti è impossibile, pure Moggi prese i vari Athirson, Blanchard, Esnaider…

Inoltre abbiamo sempre detto che il solo Giuntoli non basta, ci vogliono altre figure a affiancarlo, figure che sanno cosa è la Juventus, lui non può fare compiti che prima venivano svolti da tre persone.

Non le vuole lui? Ne siete certi? O non le vuole il signore di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente perché lo offuscherebbero nel suo ego dentro lo spogliatoio? Ricordate le sue parole: “Io sono il leader…”.

La “vera colpa” di Giuntoli

A nostro avviso la vera colpa di Giuntoli è una sola: aver scelto Thiago Motta.

Non era l’ uomo adatto per il momento della Juventus, e lo sta dimostrando.

Abbiamo voluto dare il beneficio del dubbio, speravamo che la presunzione e mancanza di umiltà fosse solo apparente e con il tempo di sarebbe limata.

Purtroppo non è accaduto.

E ora?

Adesso la situazione è difficilmente rimediabile.

Sono già stati ciccati due obiettivi, la Supercoppa e l’ ottavo di finale di Champions League, con un danno anche economico.

È a serio rischio la qualificazione alla prossima edizione della massima competizione europea e sarebbe un’ ulteriore disastro che comporterebbe scelte dolorose, leggi cessioni pesanti tipo ad esempio Yildiz e mancate conferme dei prestiti, e resta una Coppa Italia da onorare essendo la detentrice.

Senza qualificazione Champions non è da escludere qualche cessione pesante, tipo Yildiz ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Ovviamente speriamo di salvare il salvabile, cioè la qualificazione Champions ma, anche arrivasse, a Giugno si pone una riflessione.

Vale la pena continuare con Thiago Motta? 

Se avete avuto la pazienza di leggerci fino a ora la nostra opinione la sapete già.

 

 

 

Leonardo Sensi

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