Dopo la denuncia sui social degli ululati a Weston McKennie la Juventus ha fatto sapere ieri in una nota sul suo sito ufficiale di essersi attivata per individuare i responsabili.
“Juventus Football Club prende atto del video circolato sui social e ripreso da alcuni organi di stampa dal quale emergerebbe l’intonazione di cori di matrice discriminatoria provenienti dal settore ospiti e diretti a Weston McKennie in occasione della sua sostituzione nel corso della semifinale di andata di Coppa Italia, Juventus – Lazio del 2 aprile scorso.
A seguito, altresì, della conferma dell’accaduto da parte del proprio tesserato, il Club comunica di avere attivato tutte le procedure finalizzate a verificare quanto occorso e a prestare tutta la collaborazione per l’individuazione dei soggetti eventualmente responsabili e, conseguentemente, a prendere i dovuti provvedimenti.
NEVER AGAIN”
La FIGC non ha ancora aperto un’ inchiesta ma probabilmente sarà costretta a farlo.
Sul referto dell’ arbitro non è stata fatta menzione della cosa (da regolamento la partita dovrebbe essere interrotta se la squadra arbitrale se ne accorge e ripresa solo dopo annuncio agli altoparlanti dello Stadio che se non termineranno sarà sospesa definitivamente) probabilmente perché non uditi e ulteriore prova ne è il fatto che sui provvedimenti del Giudice Sportivo non è stata sanzionata la Lazio.
Ma le prove ci sono e, oltre che la testimonianza del diretto interessato, sappiamo che allo Stadium il servizio di telecamere interne è perfettamente in grado di individuare chiunque faccia atti sopra le righe.
Ricordiamo che la Juventus fu la prima società a dare un “Daspo interno” a un suo tifoso reo di aver apostrofato con epiteti razzisti il portiere del Milan Maignan durante il riscaldamento prima di una gara con i rossoneri.
Purtroppo ciò che fece la Juventus resta un unicum, spesso le società e la FIGC stessa fanno finta di nulla di fronte a certe manifestazioni che con il tifo non hanno niente a che vedere, e non ci riferiamo solo a esternazioni razziste ma anche a striscioni vergognosi esposti bellamente come in Inter-Juve o cori che richiamano all’Heysel ad esempio, nonostante esistano normative precise in materia che prevedono la responsabilità oggettiva delle società per quanto fanno i loro tifosi.
Chi di noi è stato allo Stadium sa che ci vengono controllate anche le sciarpe e le maglie che indossiamo per vedere che non abbiano slogan inopportuni, ci chiediamo come mai allora quando giochiamo in trasferta vediamo magliette con stampato “-39” o striscioni come quelli di San Siro.
Il popolo juventino non chiede un trattamento di riguardo ma semplicemente che la legge sia uguale per tutti.
Su troppe vicende la netta impressione è che si stigmatizzi e si colpisca duramente e rigorosamente solo quando di mezzo c’è la Juventus.
Dati i provvedimenti che furono presi sul caso Lukaku lo scorso anno ci aspettiamo la stessa severità per queste “persone” protagoniste degli ululati a McKennie, lo stadio non deve essere una zona franca dove tutto è consentito, siamo d’accordo, ma questo deve valere in ogni posto non solo a Torino.
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