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Stamattina l’ ultimo saluto a Totò Schillaci
Una folla immensa ai funerali
Già dalla prima mattina la Cattedrale di Palermo ha iniziato a gremirsi di persone che volevano essere presenti all’ ultimo saluto a Totò Schillaci.
E ben prima dell’ ora fissata i posti disponibili (circa mille) erano tutti occupati.
Parecchia gente, anche più di quella che era dentro, è rimasta nella piazza.
Sulla bara sono state poste le sciarpe dei club in cui ha militato: Messina, Juventus e Inter, oltre a quella del Palermo di cui era grande tifoso ma dove non ha mai avverato il suo sogno di giocarci, e la mitica maglia numero 19 di quel Mondiale in cui fece sognare una nazione intera.
Era presente anche una delegazione della Juventus con il gonfalone della società, oltre a vari Club Doc della Sicilia.
Prima di arrivare in chiesa il feretro è stato fatto passare dal CEP, il quartiere dove Totò era nato e cresciuto, e dal Campo Sportivo dell’ AMAT, dove aveva dato i primi calci al pallone.
Inutile dire che per le strade ad aspettarlo c’ era una folla immensa che al passaggio ha fatto dei lunghi applausi.
“Totò ci ha fatto vedere come si realizza una favola”
Monsignor Sarullo, parroco della Cattedrale di Palermo, nella sua omelia ha raccontato la favola di Totò:
“La favola si realizza non attraverso followers e visibilità del momento, ma lavorando in silenzio, con umiltà, credendoci, come ha fatto lui. Un eroe del pallone, un eroe della vita, un eroe del riscatto, Totò è il volto bello di Palermo, di Palermo che non molla.
Ti sei ritrovato davanti ad una porta, non come quella di un campo di calcio di serie A. Ti sei trovato davanti una porta senza traversa, una porta senza pali, una porta senza rete, ti sei ritrovato davanti la porta della misericordia, la porta dell’amore, la porta della bontà del Padre che, da vero arbitro giusto e inappellabile, ti ha convocato per la partita del cuore, per la partita che non avrà mai fine, che ti ha fatto entrare nella squadra più bella del mondo, che si chiama Paradiso“.
Poi c’è stato il momento della benedizione dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice:
“Schillaci non ha mai giocato con il Palermo ma questa era la sua fede calcistica. E oggi questa fede e quella in Gesù si incontrano. Voglio ringraziare Totò per essere stato nella strada con i giovani, per far conoscere loro la via del bene“.
Molte personalità presenti
A Palermo, per l’occasione, sono arrivati il presidente della Figc Gabriele Gravina e Antonio Matarrese, presidente federale ai tempi del Mondiale di Italia 90.
Accanto a loro, il presidente del Palermo Dario Mirri e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, presenti anche alcuni calciatori del Palermo, Francesco Di Mariano, nipote di Schillaci, Matteo Brunori e Jacopo Segre insieme al direttore sportivo Morgan De Sanctis e al vice Giulio Migliaccio e a una rappresentanza delle giovanili rosanero.
Di quella Nazionale del 1990 erano presenti Beppe Bergomi, Giuseppe Giannini e Luigi De Agostini, che di Totò fu compagno proprio alla Juventus che ha detto poche parole ma sentite: “Era un grande calciatore ma prima di tutto un gran bravo ragazzo“.
Bergomi: “È stato l’ eroe di tutto noi”
Beppe Bergomi ai microfoni dei giornalisti ha esternato la sua commozione e il suo ricordo:
“È stato l’eroe di tutti noi, ci stava regalando un sogno. Mi sembrava giusto essere qui oggi. Quando ci si ritrovava anche a distanza di tempo l’amicizia profonda rimaneva.
Abbiamo vissuto l’anno e mezzo che è stato all’Inter intensamente. Ma mi rimane nella mente il gol con l’Austria, venne ad abbracciarmi. I giovani di oggi vogliono tutto e subito, invece bisogna faticare. Totò in questo era un esempio“.
Giannini: “Vi racconto quel gol…”
Giuseppe Giannini anche lui commosso ha ricordato Schillaci raccontando anche un aneddoto su quel Mondiale.
“Ho avuto modo di frequentarlo anche fuori dal professionismo e vi garantisco che era come lo vedevate, umile e sempre disponibile.
Anche ultimamente che era sofferente per la malattia non ha perso mai il sorriso.
In quel Mondiale fu il nostro trascinatore, ricordo che quando segnò all’ Argentina andò per colpire con il destro ma colpì con il sinistro che era fermo e il pallone si insaccò.
Gli dissi in campo ridendo:”Che c… che hai” e lui si girò e mi sorrise.
Lui il simbolo del riscatto? Se si vede la gente che c’ è e le manifestazioni di affetto in tutta Italia spiegano più di mille parole.
La gente lo amava perché lui veniva dalla strada e è rimasto umile e sé stesso.
Anche quando entrò nel nostro gruppo lo fece in punta di piedi, fu bravo a inserirsi in un gruppo che veniva dall’ Under 21 e a farsi ben volere”.
La figlia Nicole: “Resterà sempre nel mio cuore”
Toccanti anche le parole della foglia minore Nicole:
“Resterà sempre nel mio cuore. Avrei voluto condividere altri momenti con lui, ma non sarà possibile. Ho potuto vivere gli ultimi giorni con lui e ho visto quanto dolore ha provato. Mi manca tantissimo, ma almeno ha smesso di soffrire”.
All’ uscita le note di Notti Magiche
Finita la funzione, il feretro è uscito dalla Cattedrale fra applausi e cori, e qualcuno ha fatto suonare per aria le note di “Un’ estate italiana”, meglio conosciuta come Notti Magiche, la canzone che fu l’ inno di Italia’ 90 cantata da Edoardo Bennato e Gianna Nannini.
E ci siamo immaginati quel ragazzo con il 19 sulla schiena che esultava dopo aver segnato la prima rete in Paradiso.
Ciao Totò!!!!
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