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Juventus: Il futuro sarà bianco o nero?

Con il pari di ieri contro il Genoa la Juventus ha totalizzato 7 punti nelle ultime 8 gare, non avveniva dalla stagione di Del Neri.

Aggiungiamo che l‘unica vittoria è stata ottenuta in modo rocambolesco all’ ultimo minuto di recupero con il Frosinone.

Numeri impietosi che le hanno fatto perdere il secondo posto a favore del Milan, oltre a vedersi distanziare dall’ Inter che ne ha raccolti 15 in più, ma soprattutto ha ridotto il vantaggio dal quinto posto (che non è ancora detto che valga la Champions League) sensibilmente.

Un qualcosa che nessuno poteva prevedere

Era difficile prevedere un crollo verticale del genere per vari motivi.

Il primo è il calendario di questi otto incontri che, match di San Siro con l’Inter e di Napoli a parte, hanno visto la Juventus giocare cinque volte in casa e, se ci togliamo la partita con l’Atalanta, contro squadre di media bassa classifica.

Inoltre spicca il dato dei goal subiti: se prima la Juventus aveva visto violare la propria porta 12 volte in 21 partite di cui ben 4 nella rocambolesca gara di Sassuolo per certi versi irripetibile, in queste 8 (che poi sono 7 dato che ieri è finita a reti bianche) Schzęsny ha dovuto raccogliere il pallone in fondo al sacco ben 11 volte.

Insomma, quello che veniva dato per scontato, qualificazione Champions blindata e difesa praticamente impenetrabile non lo è più.

Sczęcsny nelle ultime 8 partite ha subito 11 goal a fronte di 12 nelle prime 21

Il nervosismo latente ora esploso

Altro segnale preoccupante è il nervosismo che traspare in campo e fuori da parte di giocatori e tecnico.

Ieri è stato sintomatico: l’espulsione folle di Vlahovic, il battibecco fra Allegri e il giornalista Teotino in diretta Sky nel post partita, l’atteggiamento di Chiesa dopo la sostituzione e tanti piccoli dettagli visti durante la gara,vedi discussione tra Vlahovic e lo stesso Chiesa dopo una potenziale azione pericolosa non concretizzata per un malinteso fra i due, contrastano con quella che prima sembrava un’altra certezza cioè di avere un Gruppo granitico che riusciva a portare risultati spesso negli ultimi minuti denotando volontà di sacrificarsi e unità di intenti.

Le dichiarazioni di Miretti che dice che “Manca serenità” avallano tutto ciò.

Cosa sta succedendo

Difficile capirlo, sicuramente il crollo di alcune certezze o presunte tali ha sfiduciato la squadra e, mentre se fai risultati l’entusiasmo può mascherare le pecche, quando non arrivano emergono fuori inesorabilmente.

Aggiungiamoci che anche la fortuna incide: vero che va cercata e la Juve ultimamente ha fatto poco per avere la dea bendata dalla sua parte ma gare vinte come a Monza allo scadere segnando subito dopo il pareggio degli avversari perché Gatti cicca il pallone che però gli resta lì e grazie a quel mancato intervento mette fuori tempo difensore e portiere potendo segnare comodamente sono segnali che chi ha fatto sport sa che danno benzina, senti che è il tuo momento e il destino è dalla tua parte.

Da contraltare, quando come ieri per non andare troppo lontano prendi due pali e sembra non riuscirti nulla, entri in una spirale negativa pensando che il fato ce l’abbia con te.

L’unica partita di queste otto dove il destino ha arriso è stata proprio l’unica vittoria con il Frosinone, per il resto è sempre andato tutto storto.

Le soluzioni

Ovviamente non esiste medicina se non continuare a lavorare e Allegri deve mettere da parte lui per primo il nervosismo e ricompattare l’ambiente facendo quadrato.

Ieri sera si sono rincorse voci di un cambio di guida tecnica, non sta a noi dire se andrebbe fatto o meno, certo è che l’allenatore per primo deve assolutamente trovare le soluzioni tattiche e soprattutto psicologiche per uscire da una situazione che, alla luce del calendario che vedrà i bianconeri giocare due volte a Roma, a Bologna e avere scontri importanti in casa con Fiorentina e Milan non permette distrazioni.

A ciò aggiungiamo una semifinale da disputare di Coppa Italia, cui società e tifosi tengono molto per non restare per il terzo anno consecutivo senza mettere trofei in bacheca, cosa che a Torino non avveniva da tempo.

Allegri per primo deve trovare le soluzioni anche psicologiche per invertire la rotta

Cosa aspettarsi

Il futuro non può prescindere da qualificarsi per la prossima Champions League.

Serve alla società per avere ulteriori introiti, unitamente a quelli che arriveranno dal Mondiale per Club, vista la situazione finanziaria (non ci scordiamo che è sotto la lente di ingrandimento UEFA per il Fair Play Finanziario) e maggiore appeal per nuove sponsorizzazioni o ingressi di nuovi soci (si parla di sponsor e/o compartecipazioni arabe da tempo), senza contare che non partecipare alla maggiore manifestazione continentale non è un bel biglietto da visita per attrarre giocatori e/o tecnici di livello (ammesso che Allegri non sia confermato).

Riorganizzazione societaria

La qualificazione Champions è un modo per programmare meglio anche il futuro in vista di una riorganizzazione societaria che deve prevedere altre figure tecniche oltre al solo Giuntoli che quest’anno poteva fare ben poco sul mercato come abbiamo detto qualche giorno fa dato che la priorità era sfoltire la rosa e ridurre il monte ingaggi dovendo anche rispettare i paletti del Fair Play Finanziario.

Giuntoli da solo non basta ci vogliono altre figure tecniche in società

Due “tsunami” imprevedibili

La società Juventus negli ultimi anni ha subito due “tsunami”.

Il primo è la pandemia. Vero che c’è stata per tutti ma per la Juve è avvenuta nel momento peggiore, dopo che aveva effettuato l’investimento più oneroso della sua storia, cioè Cristiano Ronaldo.

Facile ora dire che sia stato un flop sportivo e economico ma il Covid, con tutto ciò che ne è conseguito hanno fatto perdere introiti importanti che sarebbero derivati da avere il portoghese in squadra (sponsor, amichevoli ben pagate in Asia o altri posti, rinnovi di sponsorizzazioni a cifre maggiori, ricavi da Stadio etc.) mandando di conseguenza  i conti in sofferenza e impedendo di costruire intorno a lui una squadra di livello per avere anche risultati migliori sul campo.

Il secondo è la recente vicenda dello scorso anno con conseguente esclusione dall’Europa che ha causato ulteriore perdita economica.

I motivi per essere cautamente ottimisti

Dobbiamo però considerare che delle basi ci sono e importanti.

La Juventus in questi anni ha investito tantissimo extra campo e non solo sullo Stadio (J Medical, Continassa etc.), tutti investimenti che garantiscono ritorni, oltre a essere stata l’unica società in Italia che ha creduto nella Squadra “B” fino alla scorsa stagione (in cui la ha imitata l’Atalanta), il che ha permesso di avere tanti giovani sia in rosa che in prestito fra serie A e serie B che, se non verranno ritenuti da Juve, potranno comunque essere utilizzati come contropartite per arrivare a calciatori importanti limitando l’esborso economico.

Futuro bianco o nero

Insomma, alla fine di questa lunga analisi cosa deve aspettarsi il tifoso? Deve vedere il futuro bianco o nero? 

Sicuramente il momento non è felice, ma come abbiamo visto ci sono elementi che possono far ben sperare.

Chiaramente ciò non vuol dire essere inguaribili ottimisti ma non si deve nemmeno essere catastrofici.

Insomma il futuro come tifosi, per concludere con una battuta, ci auguriamo che non sia né bianco né nero ma assolutamente bianconero.

Fino alla fine!!!

 

Leonardo Sensi

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