Juventus
Juventus: alla scoperta del miracolo Empoli
Analizziamo insieme il miracolo della società toscana
Con la retrocessione del Sassuolo dello scorso anno Empoli è rimasta l’ unica città non capoluogo di provincia a avere la squadra di calcio nella massima divisione.
Espressione di un centro di nemmeno 50000 abitanti a 30 km da Firenze quella azzurra è appunto la società che non ha sede in un capoluogo provinciale a aver disputato più campionati di Serie A, questo è il diciottesimo, il quarto consecutivo.
La storia degli azzurri
Dopo tanti anni fra le serie minori toscane e la Serie C, negli anni’ 80 gli azzurri arrivarono in Serie B. Dopo qualche anno di assestamento arrivò la prima storica partecipazione alla Serie A nel 1986/87 dove l’ Empoli, data sicura retrocessa, raggiunse la salvezza contro ogni pronostico.
Alla guida degli azzurri c’ era Mister Salvemini scomparso pochi giorni fa.
L’ anno dopo però arrivò la retrocessione, seguita da un’ ulteriore declassamento con il ritorno in C.
Ma a Empoli non si persero d’ animo e nelle stagioni 1995/96 e 1996/97 arrivò una doppia promozione dalla Terza Serie alla massima divisione.
Ci furono poi anni di altalena fra Serie A e Serie B, con la partecipazione pure all’ Europa League nel 2007/2008, fino ai giorni nostri.
Lo scorso anno la salvezza è arrivata all’ ultima giornata con una drammatica vittoria nel finale con la Roma, dopo una rincorsa con un girone di ritorno da record quando, al giro di boa, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla salvezza dei toscani.
L’ artefice principale è stato Mister Davide Nicola, subentrato in corsa a Andreazzoli, con il quale, nonostante l’ impresa, non è stato rinnovato il rapporto.
Ma dove nasce il miracolo Empoli?
Una sola parola conoscono da queste parti: programmazione.
La società azzurra ha un settore giovanile fra i più rinomati d’ Europa, che negli anni ha sfornato diversi giocatori: Montella, Maccarone, Birindelli giusto per fare qualche nome.
Si è dotata di un centro sportivo, Monteboro, a pochi km dalla città dove ci sono campi all’ avanguardia e ogni comodità per atleti e tecnici.
I giocatori arrivati a Empoli vengono lasciati tranquilli e sono considerati di famiglia, e da queste parti vengono tutti volentieri.
Gran parte del merito è del Patron Corsi, imprenditore nel ramo della pelle, e del suo staff fra cui spicca sua figlia Rebecca, vice presidente e consigliere di Lega, prima donna a ricoprire tale carica.
Padre e figlia sono sempre seguito della squadra, non fanno mai mancare il loro apporto anche morale e la squadra lo sente.
Adesso è in programma la ristrutturazione dello Stadio, il vecchio Castellani rinominato Computer Gross Arena, che porterà in dote a questo piccolo centro un impianto moderno e di ultima generazione.
A proposito di Stadio, nell’ unica gara disputata in casa con il Monza il campo era in pessime condizioni.
Subito l’ Empoli si è scusato dicendo che non era stato possibile fare il classico intervento a fine campionato sul manto erboso perché impegnato dalla partita della Nazionale prima degli Europei e da altre manifestazioni ma durante queste tre settimane, avendo due gare fuori casa e la sosta, si è intervenuti e la Juventus quindi potrà giocare su un campo in ottime condizioni come sempre avvenuto a Empoli.
La squadra
Rinnovata in larga parte con Roberto D’ Aversa alla guida, fa del collettivo la sua forza. Non si può dire che esista una stella ma tanti giocatori che sono un gruppo unito e che sentono la maglia, con il giusto mix di esperienza e di giovani che vogliono mettersi in mostra per ambire a grandi Club. Insomma gente che ha fame.
Il campionato è iniziato bene con due pari, uno a Bologna e uno in casa con il Monza, e la prestigiosa vittoria a Roma con i giallorossi.
Potrebbe esordire sabato l’ ex Mattia De Sciglio.
I precedenti
Lo scorso anno vittoria bianconera 2-0 in Toscana (gol di Danilo e Chiesa) e pari a Torino in una gara che per molti ha rappresentato lo spartiacque della stagione della Juve. Dopo essere rimasta in dieci per l’ espulsione di Milik, la Juventus non riuscì a ottenere quella vittoria che la avrebbe fatta andare a San Siro allo scontro diretto con l’ Inter in testa alla classifica.
Ciò che è successo dopo lo ricordiamo tutti.
Ma bruciante fu la sconfitta pure dell’ anno prima: un 4-1 umiliante con i bianconeri che poco prima di calcare il campo toscano ebbero la mazzata della penalizzazione.
Uno dei punti più bui della recente storia juventina.
Sabato sono d’ obbligo i tre punti, ma ci vorrà una Juventus determinata e pronta a battagliare, altrimenti le brutte sorprese sono dietro l’ angolo.
E Motta lo sa benissimo.
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