Non è sfuggito ai più, e è riportato anche da Sportmediaset, lo sfogo di Federico Chiesa al momento di lasciare il campo sostituito da Yildiz.
Quando Allegri lo ha chiamato in panchina per mettere il giovane turco, Chiesa si è seduto non nascondendo il suo disappunto e dicendo:”Sempre il primo cambio…”.
Al di là che nello specifico era il secondo, come abbiamo detto ieri pure lui si è spento alla distanza, poi subentrano considerazioni tecniche e tattiche.
Che il rapporto fra il figlio d’arte e Allegri non vada oltre il “sopportiamoci” ormai è il segreto di Pulcinella.
Al di là di un discorso di simpatia e antipatia, come esiste in ogni rapporto umano, ci sono anche considerazioni tecniche e tattiche.
È lapalissiano che Chiesa preferisca e si esprima al meglio come esterno alto in un tridente, meglio ancora se a sinistra dove grazie alla sua abilità di rientrare sul destro può rendersi pericoloso anche al tiro.
Come seconda punta è molto limitato e, essendo un umorale, perde fiducia.
Allegri dal canto suo ha badato sempre al sodo, e secondo lui la squadra ha il suo equilibrio con il 3-5-2, quando ha provato a schierarla 4-3-3 i risultati non sono stati quelli attesi subendo anche molti gol.
Come spesso capita la verità sta in mezzo.
Vero che la Juventus non ha probabilmente il centrocampo per reggere un 4-3-3 o un 3-4-3 e il 3-5-2 almeno dal punto di vista fase difensiva dà più certezze.
Evitiamo il luogo comune che è un modulo sorpassato in Europa e conservativo: ci sono esempi che testimoniano l’inverso e il 3-5-2 non nasce come modulo difensivo.
Per non andare lontano pure l‘Inter gioca 3-5-2, la definite una squadra difensiva?
Come hanno sempre detto molti allenatori dipende da chi hai al di là dei numeri.
Allegri ha ragione a dire che, specialmente ora che di riffe o di raffe vanno fatti i punti che mancano per la qualificazione Champions, è giusto affidarsi al modulo che ti dà più certezze ma c’è un ma….
Il tecnico livornese ha avuto tutta la stagione per provare soluzioni diverse che potessero valorizzare meglio alcuni giocatori ma non lo ha fatto se non in rare eccezioni.
Ciò ha fatto sì che quando il 3-5-2 non funzionava non avevi alternative.
Chiesa dal canto suo deve capire che un giocatore deve essere bravo anche a adattarsi: molti lo hanno fatto in carriera, fra cui Boniperti che da centroavanti si trasformò in rifinitore quando arrivarono Charles e Sivori o Totti a Roma che fece il falso nueve da fantasista.
Dovrebbe prenderla come un’opportunità per arricchire le sue soluzioni non come un calvario.
Anche perché, dopo l’infortunio grave subito e andando in là con gli anni, non ha più l’esplosività che aveva tempo fa e che per 90′ gli faceva fare la differenza giocando a 3 davanti.
Probabilmente poi il giocatore è nervoso anche per la vicenda contrattuale.
Pensava di avere più mercato e di poter negoziare meglio con la Juve ma a quanto pare non è così.
E ciò lo inquieta.
Ma per invertire la rotta il modo è uno solo: fare la differenza in queste partite rimanenti a prescindere dal modulo, mettendo in mostra quelle qualità che nessuno gli discute.
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