I rumors sono insistenti e gli indizi portano in una determinata direzione.
“Calcio Style” fa un’interessante disamina della situazione in base agli ultimi avvenimenti.
Vada come vada sembra inevitabile l’addio anticipato rispetto alla scadenza contrattuale di Giugno 2025.
Gli indizi? Molti. Innanzitutto pare impensabile che una società a metà Marzo non abbia ancora programmato il lato tecnico, programmazione che in genere si fa con colui che siederà sulla panchina.
Quello che dice l’allenatore livornese:”Quando la società avrà deciso cosa fare mi farà sapere” suona palesemente come un’addio.
Pare molto remota l’ipotesi di un esonero prima di Giugno, prima di tutto per mancanza di alternative convincenti ma soprattutto perché l’obiettivo qualificazione alla Champions League non pare a rischio; vero che il calendario non è semplice, ma fra le partite in programma ce n’è una con la Salernitana ormai retrocessa e una con il Monza ormai tranquillo, basterà fare quei sei punti più qualche altro qua e là per arrivarci.
Non cambierà nulla un’eventuale vittoria in Coppa Italia, se non a lasciarsi alzando un trofeo e non a bocca asciutta.
Credere che mandare via Allegri sia la panacea di tutti i mali è un errore madornale. Va rivisto l’organigramma societario affiancando figure tecniche a Cristiano Giuntoli che facciano da raccordo fra società e gruppo squadra come abbiamo detto stamattina.
Al di là del discorso del “bel gioco” o no, dibattito su cui si sono spese una marea di parole, la colpa principale di Allegri è quella di non aver saputo trovare alternative a un canovaccio che credeva consolidato e di non essere riuscito a toccare i tasti giusti dal punto di vista motivazionale.
Finché arrivavano i risultati si aveva l’impressione di un Gruppo granitico ma, alle prime difficoltà, questo si è sgretolato e oggi si vede una squadra che sembra svuotata e, soprattutto in quegli elementi che dovrebbero prendersi la squadra sulle spalle tipo Vlahovic e Chiesa, molto nervosa. E qui non si può negare che le responsabilità sono di chi siede in panchina.
Inutile poi non menzionare la situazione ambientale che anche ieri si è vista allo “Stadium” con la curva che incitava la squadra e il tecnico mentre il resto del pubblico subissava entrambi di fischi e improperi.
Se si fa un giro sui social è evidente che chi difende Allegri a prescindere ormai sia un’esigua minoranza.
Si è creato insomma, come abbiamo detto una settimana fa, un ambiente tossico intorno a Allegri che non giova a nessuno e la società non può ignorarlo.
Probabilmente ciò ha radicato ancora di più la convinzione che ci voglia aria fresca con un nuovo progetto, lo sforzo economico che ne deriverà, se non si trova un accordo per la rescissione, l’anno prossimo sarà sostenibile (cosa che quest’anno non era) grazie agli introiti che deriveranno dal Mondiale per Club e, si spera, dalla qualificazione in Champions League.
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