Scomodiamo il famoso racconto di Robert Louis Stevenson per parlare di Timothy Weah, unico vero acquisto del mercato estivo bianconero.
“Tuttosport” fa un’ analisi del rendimento in bianconero del figlio d’arte e oggettivamente è impietosa anche oltre i numeri che già non sono incoraggianti: 900 minuti giocati per appena sette partite in cui è stato scelto dal tecnico come titolare. Per completare il quadro occorre poi aggiungere che in cinque occasioni non è stato convocato in quanto costretto in infermeria a causa di un infortunio muscolare a una coscia. Nelle sue presenze in Serie A nessuna rete e appena un assist, in occasione della vittoria a Milano con il Milan e una sola rete in Coppa Italia con la Salernitana.
E raramente ha raggiunto la sufficienza quando è stato impiegato da Allegri, cosa per altro comune a quasi tutti gli esterni bianconeri: a parte Cambiaso pure Kostic e Iling Junior hanno avuto difficoltà, tanto che il tecnico labronico si è reinventato in quel ruolo McKennie.
Quando Weah gioca in nazionale sembra di vedere il suo “gemello bello”: scarta, arriva sul fondo, triangolazioni, sovrapposizioni palloni pericolosi in mezzo. Come si spiega?
Secondo il quotidiano torinese è una questione di modulo: nella selezione a stelle e strisce il CT Berhalter lo schiera come esterno alto nel 4-3-3 liberandolo da quei compiti difensivi che gli chiede Allegri nel 3-5-2, e lo stesso CT statunitense ha detto che per lui il ragazzo esprime le sue potenzialità se gioca appunto esterno alto nel tridente offensivo.
Stando a “Tuttosport” quindi o per la prossima stagione la Juve cambia modulo, con o senza Allegri, o farebbe bene a trovare una collocazione a Weah ascoltando le proposte che arrivano dopo solo una stagione a Torino.
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