Intervistato da L’Equipe il centroavanti serbo spazia su molti argomenti.
Ecco le sue parole.
“Futuro? Sono passati due anni, e sono felice qui alla Juventus. Voglio vincere qualcosa di importante qui, poi si vedrà più avanti.
Interessamenti di Psg e Chelsea? Ho ascoltato e letto, ma io non ne sapevo nulla: pensavo esclusivamente a me e a prepararmi al meglio per iniziare la stagione“.
“Se riusciremo a vincere la Coppa Italia e a qualificarci alla Champions League sarà fantastico, ma non potremmo comunque dirci totalmente soddisfatti, viste le esigenze e la storia di questo club. Avevamo l’occasione di lottare per lo Scudetto, ma se combatti fino a febbraio non conta: bisogna vedere a maggio chi sta su. Abbiamo dei rimpianti, ma ci sono ancora gare importanti da disputare”
“Giocare contro le squadre di Tudor non è mai facile: si chiudono, ti aggrediscono, marcano individualmente e ti stancano. Non sarà facile, ma siamo forti del vantaggio dell’andata.
Sogno di vincere il Pallone d’Oro, ma ci sono diverse cose che necessitano di allinearsi. Si gioca per la gloria e per i trofei”.
“Nello scorso campionato non stavo bene fisicamente, ho sofferto tanto. Questa è la cosa cambiata, per il resto faccio tutto come sempre: lavoro duramente, tenendo attenzione al recupero. Ho segnato 16 gol, 17 con la Coppa Italia, ma avrei potuto fare anche di più. Voglio fare sempre di più, voglio essere uno di quei calciatori che verrà ricordato dalla gente: c’è chi gioca a calcio per i soldi, ma a me queste cose non interessano”.
“Qui c’è molta tattica, con squadre chiuse, e questo mi insegna tanto. Ho la possibilità di farlo lavorando con Massimiliano Allegri, uno dei tecnici più forti degli ultimi 20 anni, sa come parlare ai calciatori: mi aiuta tanto. Arrivando alla Juventus ho trovato una realtà differente rispetto a quella che immaginavo: mi aspettavo il meglio, ma così è anche di più! Sono organizzatissimi fin dalle cose più semplici, nella quotidianità: è sorprendente tutto questo. Quando metti piede all’interno del centro sportivo percepisci fin da subito la voglia di vincere e il senso di famiglia“.
“I miei modelli? Cristiano Ronaldo, che seguivo quando faceva l’ala al Manchester United. Apprezzavo i suoi movimenti e il suo killer instinct: credo sia tra i migliori nella storia. Anche Ibrahimovic e il Torres del Liverpool. Poi c’è Benzema, che adoro. Mbappé ha 25 anni e ha già quasi vinto tutto, ha segnato 40 gol in questa stagione. Anche Giroud, un gigante: si guardano le statistiche, ma non spiegano quanto sia importante un calciatore”.
Non sono un giocatore tipo Neymar, Messi o Hazard che quando lo vedi dici ‘Wow!’. Ma se l’attaccante gioca bene, tutta la squadra gioca bene. Il calcio è cambiato, la gente dice che è più fisico ma serve avere una tecnica al top. Dicono che non ci sono più i 10 di una volta, ma credo ci siano grandissimi calciatori anche oggi: li vediamo di meno perché è tutto molto veloce“.
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