Dusan Vlahovic è partito dalla panchina anche a Bruges, e quando è entrato la sua prova è stata tutt’ altro che esaltante.
Nella Conferenza Stampa della vigilia Thiago Motta aveva detto che la sua esclusione con il Milan era stata una scelta tecnica, non dettata dal fatto che era stato frenato da un problema fisico avuto in settimana e essere lasciato fuori anche in Belgio è un’ ulteriore indizio.
Al di là delle dichiarazioni di facciata il rapporto fra il serbo e Thiago Motta, come quello con la società, sembra ai minimi termini.
Il tecnico bianconero ha un’ idea di calcio che prevede un centroavanti mobile, che partecipa alla manovra e fa un determinato lavoro anche in fase di non possesso, con a fianco due esterni e dietro un trequartista che si scambia con lui nei movimenti.
Un tipo di calcio, inutile dirlo, che non si sposa alle caratteristiche di Vlahovic, che anche nell’ ultima pausa nazionali in un’ intervista ai media serbi fra le righe lo ha fatto capire.
Ora, se è vero che un giocatore dovrebbe cercare di fare ciò che l’ allenatore gli chiede è anche vero che il tecnico dovrebbe sfruttare i giocatori per esaltarne le caratteristiche.
Ma esiste anche il rapporto con la società che è pure tormentato per la grana contrattuale.
Vlahovic ha capito che il suo futuro sarà lontano da Torino.
Il suo contratto scade nel 2026 e la Juventus gli ha proposto un prolungamento al ribasso.
Lui la ha presa come una mancanza di fiducia, la Juve ha cercato di fargli capire che non è così, ma semplicemente non può più permettersi di versargli lo stipendio che era stato pattuito al suo acquisto.
È vero però che, se si insiste con Motta e la sua idea di gioco, il serbo non è il centroavanti ideale e quindi la Juve se capitasse l’ occasione in estate non si straccerebbe le vesti per trattenerlo e un prolungamento del genere va in quella direzione più che per tenerlo.
A bilancio ora pesa oltre 40 milioni, il prolungamento con ingaggio al ribasso ridurrebbe notevolmente questo parametro rendendo più vendibile l’ attaccante.
Ma Vlahovic e il suo procuratore stanno rifiutando la proposta bianconera e le parti sono alla rottura.
Insomma, la situazione ricorda molto quella di Chiesa e tutti sappiamo come è andata a finire.
In effetti le analogie sono molte e il serbo al momento sembra un separato in casa.
E secondo calciomercato.it le voci che vogliono Vlahovic in partenza già in questa sessione di mercato non sarebbero semplici boutade.
L’ Arsenal avrebbe chiesto informazioni ma come prima scelta avrebbe Sesko, e sta spuntando un’ ipotesi clamorosa che vedrebbe Vlahovic ancora in Italia, ma non a Torino ma a Milano sponda rossonera.
Sergio Conceicao per il suo Milan vorrebbe un centroavanti classico e il serbo corrisponderebbe all’ identikit.
La prima cosa che viene in mente può essere uno scambio con Morata, ma è difficile per motivi economici e di Lista UEFA, dato che la Juve deve fare vari movimenti e più di tre giocatori nuovi non possono essere inseriti.
La Juve però ha un problema: anche a volerlo dare via in estate per evitare una minusvalenza oltre a trovare una squadra che sia gradita a Vlahovic e che gli riconosca quanto chiede bisogna incassare almeno trenta milioni.
Per un attaccante che è ai margini e chiede un ingaggio di un certo tipo c’è qualcuno che li spenderebbe sapendo che dopo un anno può averlo a zero?
Insomma, Vlahovic dovrebbe fare una buona seconda parte di stagione e, con la situazione che c’è ora con Motta pare difficile.
Da qui non sarebbe campata in aria una soluzione come quella che il PSG ha fatto con la stessa Juventus per Kolo Muani, che oggi dovrebbe essere annunciato dato che i francesi hanno risolto il problema burocratico, cioè un prestito secco per non fare svalutare il giocatore e in estate riuscire a piazzarlo meglio.
L’ unico problema sarebbe che il Milan non vorrebbe pagare tutto il sostanzioso ingaggio residuo ma, secondo sempre calciomercato.it, se i rossoneri dicessero alla Juventus di dividerlo a metà a Torino ci penserebbero seriamente.
Avrebbero un minimo beneficio a bilancio e, se Vlahovic fa bene a Milano, renderlo più appetibile in estate.
Chiaramente la cosa sembra a ora una suggestione, ma il mercato ci ha abituato a tutto.
Vedremo cosa succederà.
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