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Roma-Juventus: dai cm ai giorni nostri

Riviviamo un po’ di storia della rivalità con i giallorossi.

Sappiamo che una delle cose più divisione in Italia è la Juventus, ai bianconeri non si è indifferenti, o li ami o li odi.

Infatti, se è vero che la nostra amata Juve è la squadra con di gran lunga il maggior numero di tifosi nella penisola, è anche quella che ha più tifo contro.

I motivi si perdono nella notte dei tempi ma, tralasciando le chiacchiere da bar, quelli più probabili sono sostanzialmente tre: il primo è che chi vince spesso generalmente sta antipatico, come il secchione a scuola o il collega che fa carriera in Ufficio, il secondo è che la Juve in ogni regione d’Italia se non è la più tifata è la seconda o terza squadra, ove esistano compagini locali di Serie A, quindi la partita con la Juve e’ praticamente sempre un derby. Aggiungiamoci come terzo motivo che, a turno, chiunque si è giocato il campionato ha avuto la Juve come concorrente e il gioco è fatto.

Non fa eccezione la Roma con la sua tifoseria, e tutto parte da 43 anni fa.

Er gol de Turone

Era il 10 Maggio 1981, la Roma si presenta al Comunale distante un punto dalla Juve. Nella ripresa Turone di testa segna, sarebbe stato il gol del sorpasso che probabilmente voleva dire scudetto, ma la terna arbitrale annullò per fuorigioco.

Furono polemiche a non finire, con il Presidente giallorosso Dino Viola che dichiarò:”Con la Juve è sempre questione di cm”.

“Er gol de Turone” resta nell’ immaginario dei tifosi giallorossi ciò che è lo scontro Iuliano-Ronaldo in quello dei supporters dell’ Inter: il simbolo della Juve che “ruba”, uno scippo, una nefandezza.

Se ne parla ancora oggi e la Rai, appena un anno fa, ci ha fatto un documentario.

In realtà Carlo Sassi, allora moviolista de La Domenica Sportiva, tanti anni dopo rivelò che Turone era effettivamente in fuorigioco, ma la Rai volutamente taroccò le immagini per fare “notizia”.

Inoltre si dimenticano alcune cose in una narrazione che spesso è da una parte sola: la Juventus giocò quella partita in dieci per un’ ora per l’espulsione di Furino.

Intendiamoci, il rosso era giusto, ma se la FIGC e la terna arbitrale volevano favorire la Juve la avrebbero lasciata per 2/3 di partita in inferiorità numerica nel match scudetto?

Ma il fatto ancora più eclatante fu la squalifica di Bettega che, fosse successa a parti invertite, avrebbe scatenato un putiferio.

In quella Juve Bobby-Gol era fondamentale, dato che in attacco non è che la rosa fosse numericamente e qualitativamente fortissima; a due giorni dalla partita fu squalificato un mese per un fatto forse avvenuto due mesi prima nel match con il Perugia.

Qualche giocatore umbro dichiarò che Bettega in campo avrebbe cercato di convincerli, dato che erano in una situazione di classifica che difficilmente avrebbe loro permesso di evitare la Serie B, a fare vincere la Juventus mettendo meno agonismo in campo

Tanto bastò al Giudice per dargli un mese di squalifica con una tempistica quanto meno sospetta.

Resta il fatto che quello è uno dei campionati che la massa anti juventina considera fra i “furti” della Juventus.

Roberto Bettega fu squalificato due giorni prima del match scudetto con la Roma per una cosa di mesi prima.

Dal Lecce al cambio di regola in corsa

Nei primi anni’80 la rivalità fra Juve e Roma proseguì.

Ci fu lo scudetto giallorosso 1982/83 e quello bianconero nel 1983/84 ma il secondo capitolo post Turone avvenne nel 1985/86.

La Roma dopo una rimonta pazzesca arriva a due giornate dalla fine pari alla Juve.

Bianconeri impegnati a Torino contro il Milan, giallorossi in casa contro un Lecce già retrocesso.

Ci fossero state le scommesse legali allora le quotazioni dello scudetto della Roma sarebbero state risibili.

Invece successe l’imprevedibile: la Juve sconfisse il Milan 1-0 e i pugliesi espugnarono l’Olimpico per 3-2 infrangendo i sogni tricolori romanisti.

In Estate scoppiò lo scandalo Totonero e quella fu una partita sotto la lente di ingrandimento ma le indagini non portarono a nulla. Poi si sono succedute chiacchiere, fra cui un “premio a vincere” da parte della Juventus al Lecce ma, ovviamente, rimasero tali.

Si arriva poi al 2000/2001, la situazione è simile a quanto avvenuto 20 anni prima: lo scudetto è affare a due fra bianconeri e giallorossi e c’è lo scontro diretto a Torino.

La Roma è avanti in classifica, quindi la Juve può solo vincere.

Siamo sul 2-1 e per i capitolini entra Nakata che, approfittando di un errore del portiere bianconero Van der Sar, pareggia la contesa consegnando di fatto il titolo ai giallorossi.

Dove sta l’inghippo? Semplicemente in quel campionato vigeva la regola che in distinta una squadra non poteva avere più di tre extracomunitari.

Tale norma fu variata proprio quella settimana e Nakata giocò quella partita grazie a questo.

Una tempistica che ricorda molto quella della squalifica di Bettega di vent’anni prima di cui abbiamo parlato.

Era la Juve della Triade, fosse successo a parti invertite, considerando quanto avvenne cinque anni dopo, siete certi che sarebbe andato tutto in cavalleria?

Nakata segnò il gol che sancì lo scudetto 2001, potendo giocare solo per una regola variata quella settimana.

Nulla è cambiato

Alla fine di questo excursus storico della rivalità fra Juventus e Roma ci accorgiamo che nulla è cambiato: nell’ immaginario popolare, anche grazie a una narrazione tossica dei media, restano solo gli episodi e gli avvenimenti pro Juve, il resto finisce nel dimenticatoio.

Speriamo stasera di vedere una bella partita e che si parli solo di calcio a prescindere da come finisca, anche se ogni volta che si incrociano queste due gloriose società la mente andrà sempre al “gol de Turone”.

Leonardo Sensi

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