Chi può sentire di più il Derby della Mole se non un torinese doc?
Tralasciando gli albori del calcio dove giocoforza i giocatori, essendo di fatto dilettanti, erano del posto, anche quando lo sport del football ha preso piede e iniziarono le vere e proprie compravendite abbiamo avuto torinesi puri che hanno avuto l’onore di giocare con l’una o l’altra maglia, o addirittura ambedue come Guglielmo Gabetto di cui abbiamo parlato l’altro giorno e che del Derby e ancora il goleador.
Andando più vicino ai giorni nostri e restando alla maglia bianconera, ci sono stato comunque torinesi che con la casacca della Juve hanno vinto trofei giocando numerosi Derby, chiaramente sentendoli in modo particolare.
Fra gli altri Roberto Bettega e Claudio Marchisio che oggi a La Gazzetta dello Sport, riportata anche da Calcio Style, ha parlato di questa partita particolare e non solo.
Vediamo cosa ha detto.
“Non li ho mai contati, però sono stati tanti. Nelle giovanili erano tutti molto combattuti. Con la prima squadra ho avuto la fortuna di non perdere mai. Non ricordo un episodio particolare ma la gioia che prova nel momento dell’esultanza. Ho segnato molti gol ma l’emozione era la stessa”.
“Mio padre alla vigilia mi avvertiva”
“Mio padre ogni vigilia mi ricordava che il Toro ha la pelle dura. Credo che questo Dna sia rimasto ancora adesso, lo vedo nel derby delle giovanili: persino i genitori hanno lo spirito dei combattenti.
La Juve ha sempre avuto più qualità, il Torino invece qualcosa di interiore, di più forte. E’ il bello del derby ed è ciò che racconto ai miei figli che queste cose le stanno provando sulla loro pelle”.
“Il Derby più bello in Serie A? Il primo”
“Il mio primo in Serie A resta per me il più bello: feci doppietta con un gol di Giovinco. Lo sentivo molto, era il primo tra i grandi e si è concluso alla grande”.
“Per come lo ho visto con la Fiorentina per me lo deciderà Vlahovic. Dusan ha fatto un’ottima partita ma non è riuscito a segnare e avrà tanta voglia di rivalsa.
Con i viola la Juve ha vinto con sofferenza e per venire fuori da momenti di difficoltà servono anche partite come queste. Nella storia del derby ce ne sono tante così, può essere anche un match chiave per scacciare i fantasmi dell’ultimo periodo”.
“I venti punti dall’ Inter possono essere. tanti o giusti. Se la Juventus non avesse rallentato sarebbero stati meno ma la cosa certa è che l’Inter è la più forte. Magari saresti stato più vicino, ma per lottare per lo scudetto ci vuole qualcosa in più in generale, non da un singolo o da un allenatore”.
“La Juve deve riedificare quella fortezza a 360 gradi in campo e fuori e lo sta facendo piano piano con Giuntoli. Il DS dovrà essere bravo a costruire una squadra che se tutto andrà bene tornerà in Champions dove col nuovo format oltre a migliorare nei titolari ci vorrà di più a livello di rosa per reggere una stagione pienissima di impegni.
Ad esempio Koopmeiners, Felipe Anderson e Calafiori di cui si parla in bianconero l’anno prossimo sono nomi interessanti però ci vuole un progetto importante per essere certi di lottare per lo scudetto e tornare protagonisti in Europa”.
“Il problema non è Locatelli da regista, il gioco non lo fa solo lui. E’ un momento di difficoltà ma Allegri ha l’esperienza per capire che cosa sia giusto e che cosa sia sbagliato per la squadra. Se non ha cambiato il modo di giocare, forse il motivo è che vede che più di questo non si riesce a fare.
La Juve è forte quando mantiene un certo equilibrio e non subisce gol. Ogni volta che ha provato a essere più offensiva sono arrivati i momenti in cui non si riusciva più a fare il filtro giusto e subiva di più. La classifica rispecchia la qualità della squadra, mi auguro che possa mantenere il posto in Champions.
Il calendario non è semplice per la Juve ma nemmeno per le altre. Dovrà tenere botta fino all’ultimo ma ha le carte in regola per raggiungere l’obiettivo senza grossi problemi”.
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