Juventus Women
Juventus Women, un trionfo che sia di esempio

Dopo anni difficili si è saputo ripartire
La Juventus è stata la prima grande società a credere nel discorso squadre “B”, ricordiamo che solo lei e l’ Atalanta hanno investito in questo progetto dall’ inizio, ora si è aggiunto il Milan e, pare, il prossimo anno l’ Inter.
Ma i bianconeri sono stati anche i primi a credere nel progetto femminile, creando la squadra nel 2017 e essendo capaci di vincere subito cinque campionati di fila, strutturando anche la compagine societaria con dirigenti di livello, primo fra tutti Braghin, lavorando esattamente come si fa nel maschile in un mondo che era praticamente dilettantistico.
Un modello che poi altre grandi società hanno imitato, prima fra tutte la Roma che infatti è stata colei che ha interrotto per due anni l’ egemonia bianconera.
La concorrenza come stimolo
Nel frattempo sono cresciute altre realtà: Inter, Milan, Fiorentina (anche se le viola a onor del vero è da anni che sono ai vertici) ma Braghin e soci non si sono pianti addosso, hanno visto la concorrenza come una nuova sfida, dimostrando che avevano capito che non si poteva campare di rendita e hanno saputo programmare con scelte che a prima vista potevano anche sembrare azzardate ma che poi si sono rivelate azzeccate.
Canzi un azzardo ma solo per gli altri
Il simbolo di queste scelte è stato l’ arrivo di Massimiliano Canzi.
Da un santone del calcio femminile come Montemurro si è passati a quest’ uomo che l’ ultima esperienza nel femminile la aveva avuta un ventennio fa, dopo tanto calcio di provincia nel maschile fino alla Serie C a Pontedera.
Tanti hanno storto la bocca ma in realtà Braghin aveva guardato oltre il curriculum.
Aveva capito che ci voleva cultura del lavoro e Canzi la ha portata, le stesse ragazze che sono qui da anni lo hanno riconosciuto.
La consacrazione definitiva di Cantore e di altre è avvenuta grazie a lui oltre che alle interessate che lo hanno seguito, Girelli ha detto di non essersi mai sentita così bene fisicamente e questo è indubbio merito di Canzi e del suo staff.

La scelta di Canzi ai più era parso un azzardo di Braghin, invece…
La creazione di un gruppo granitico
Il nerito maggiore però di Canzi è aver creato un gruppo granitico.
Sì è partiti con l’ addio polemico della scoperta della scorsa stagione, Echegini, e fra la diffidenza generale.
Non sono state prese giocatrici di nome, ma funzionali e si è puntato sulla voglia di riscatto delle “vecchie” unendola alla fame e voglia di arrivare delle più giovani.
Durante una stagione che vista dall’ esterno è stata trionfale non sono poi mancati i momenti duri e le difficoltà, la più grande delle quali è stata la partenza a Gennaio di Caruso, una scelta sofferta da parte della giocatrice stessa che però aveva un’ occasione irrinunciabile sia dal punto di vista economico che per la sua carriera.

L’ addio sofferto di Caruso a Gennaio è stato ben assorbito grazie alla società che ha proseguito per la sua strada e a Canzi che ha puntato sul gruppo che aveva creato.
La società non si è pianta addosso, nel mercato invernale ha scovato elementi sempre funzionali continuando sulla strada intrapresa in estate e Canzi ha zittito ancora una volta tutti, cambiando sistema di gioco visto il nuovo assetto con le ragazze lo hanno seguito senza fiatare per il bene comune.
La gestione di Lehmann
La Juventus Women poi per la prima volta nella sua storia ha avuto anche a che fare con una situazione senza precedenti.
Inutile dire che l’ arrivo di Alisha Lehmann la ha messa al centro dell’ attenzione mediatica, con tanti che hanno giudicato la svizzera solo per la sua immagine e per la sua attività social.
Alisha ha giocato poco e i più dicevano che prima o poi avrebbe spaccato lo spogliatoio, invece non conoscevano la svizzera che è stata sempre al suo posto e si è inserita benissimo nel gruppo benvoluta da tutti.
La testimonianza è stato il video, diventato virale sui social, che ieri la società ha pubblicato di lei con Sofia Cantore, la quale ha elogiato Alisha rimarcando come l’ invidia di molti la abbia descritta come in realtà non è.

Alisha Lehmann è stata giudicata in un certo modo per pregiudizi che poi ha smentito ampiamente (foto juventus.com)
Una vittoria contro i pregiudizi e i luoghi comuni
Insomma, una squadra con giocatrici al capolinea, tante scommesse, un allenatore che era un’ incognita e un’ influencer arrivata solo per il fidanzato e per ottenere risalto mediatico e introiti. Questo dicevano i più della Juventus Women.
Ciò è stato smentito sul campo da queste ragazze meravigliose che riempiono di orgoglio noi tifosi bianconeri.
Una vittoria contro non solo le avversarie ma contro i pregiudizi di chi giudica solo dalle apparenze.
Che qualcuno prenda esempio
Siamo certi che Braghin e la società vedono questo come un punto di partenza, il prossimo obiettivo sarà avvicinarsi ancora alle big europee provenienti da paesi dove il calcio femminile è da anni consolidato.
Ma ci auguriamo che anche internamente qualcuno prenda esempio e il riferimento al settore maschile non è casuale.
Qui si è saputo rimboccarsi le maniche dopo due anni di magre avendo ben chiaro l’ obiettivo e la strada da percorrere non curandosi di quanto pensavano all’ esterno.
Lo stesso deve fare la maschile per tornare dove le compete, l’ esempio lo ha a pochi passi.
Queste ragazze devono tornare a casa
Chiudiamo infine con un appello alla società: bisogna trovare il sistema, con i tempi dovuti ovvio, che la Juventus Women torni a giocare a Torino.
Pur trovandosi bene a Biella i colori bianconeri devono esibirsi nella città dove sono nati, non a 80 km.
E lo stesso vale per la Next Gen.
La Juventus è nata su una panchina del corso principale della città sabauda e in quella città deve giocare e lottare sempre… Fino alla Fine!!!
-
News2 anni fa
Juventus: Corona smuove le acque con un nome
-
Juventus Next Gen1 anno fa
Juventus Next Gen: impresa contro la capolista
-
News1 anno fa
Juventus: Gregg Berhalter alla Continassa
-
News1 anno fa
Juventus: il giudice sportivo grazia Vlahovic
-
News1 anno fa
Juventus: ecco il punto sugli infortunati
-
News1 anno fa
Juventus: Deschamps invidia Adrien Rabiot