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JB: Se vince l’odio siamo tutti sconfitti

La Fondazione Jdentità Bianconera ribadisce i suoi valori fondanti.

In un’editoriale apparso sul proprio sito la Fondazione Jdentità Bianconera parla di alcuni avvenimenti di questi giorni ribadendo che i suoi valori sono ben altri.

Riportiamo integralmente l’editoriale.

“Le cose cambiano se INSIEME decidiamo di farle cambiare”

“Premetto che questo editoriale ad alcuni sembrerà ripetitivo, i più acuti ci leggeranno una punta di rammarico. La maggioranza di chi indossa uno smoking bianco, riderà senza comprenderlo.

Veniamo da settimane nelle quali dopo uno “JUVE MERDA” al Parlamento Europeo di Strasburgo abbiamo scritto di come la politica sia ormai la matrice che rispecchia fedelmente una società che ha perso molti dei propri valori e del senso delle istituzioni. Sarà progresso? Regresso? Non ci addentriamo in giudizi di valore, non ci appartengono.

Ci siamo limitati ad osservare che, così come la politica era intesa come mettersi al servizio del popolo, quasi al pari di una missione di vita, lo sport era considerato FONDAMENTALE per la costruzione di una società e di un individuo in perfetta salute.

Lo ricordiamo ancora una volta, per tutti. Lo sport ti mette davanti a vittorie e sconfitte, ti insegna a rialzarti dopo le cadute, a gestire trionfi e ad elaborare fallimenti. Ad essere allievo e rispettare i migliori, a diventare a tua volta mentore e ad ispirare le nuove generazioni.

Sai perché è importante? Perché la vita prima o poi arriva e picchia duro ognuno di noi. Perché una relazione finisce, un obiettivo al quale hai dato corpo e anima non lo raggiungi, perché prima o poi tutti noi ci sentiamo inadeguati, battuti, insufficienti. Ed è proprio lì, che avendo avuto la fortuna di sperimentare qualcosa di simile “per gioco”, nello sport, potresti essere riuscito a crearti qualche strumento per poter affrontare i colpi più duri.
E ci sono anche i momenti di trionfo, attraverso i quali formi la tua autostima, la tua consapevolezza, impari il rispetto per chi, oggi, hai sconfitto. Lo sport ti insegna che l’avversario che oggi hai battuto, domani si allenerà più duramente. La vittoria non è per sempre, e deve partire sempre dal rispetto per gli avversari.

Perché tutto questo discorso?

Perché purtroppo tutte le “calamità” contro le quali stiamo combattendo fin dalla nostra nascita sono l’origine dell’osceno degrado della cultura sportiva al quale stiamo assistendo.

Sport ridotto a odio, disgregazione, rottura. Ragazzini picchiati per strada perché indossano una maglietta di una squadra che ci HANNO INSEGNATO a ODIARE. Ma perché? Sarebbe come andare a picchiare uno per strada perché guida una Ford e gli piace il sushi mentre io preferisco le Opel e la pizza. Non ha senso completamente.

Ma l’odio fa vendere, non c’è dubbio.

Il sangue, la violenza, e l’odio dividono, costringono a prendere posizione, a sentirsi “giusti” in un mondo che automaticamente si oppone e quindi diventa “sbagliato”. Nemico. Odiato nemico.

E non c’è e non ci sarà speranza fino a che chi DEVE CONTROLLARE, continuerà a decidere di non farlo. Magari un giorno sapremo il perché. Oggi è un mistero. Ben vengano le inchieste sulle infiltrazioni malavitose nelle curve dei tifosi più accesi, nella speranza che siano estese ad ogni stadio. Ben vengano i provvedimenti a carico di chi “usa” lo sport per coprire altro.
Magari anche una controllatina alla stampa, proprio quella che converte la cronaca in narrazione, ben consapevole delle teorie di Goebbels sulle bugie che ripetute all’infinito diventano verità.

Oggi abbiamo visto energumeni tenere “A RAPPORTO” i giocatori che stasera vinceranno il campionato di calcio, e abbiamo sentito loro, insieme ai bambini che non possono che apprendere per imitazione, urlare UCCIDETELI! UCCIDETELI!

Tutto questo raccontato come un caldo abbraccio e una manifestazione di affetto dei tifosi giubilanti.

La violenza è sbagliata, SEMPRE. Il colore della maglia non fa differenza.

Ridateci i bambini che giocano e che attraverso lo sport si sentono rivali, ma più amici di prima.

Ridateci calciatori che siano d’esempio in campo e fuori, giornalisti e opinionisti che difendano i valori dello sport, che non pieghino con becera demagogia la verità in funzione della loro NARRAZIONE.

Stampa, televisione, commentatori, tifosi: TUTTI.

Le cose cambiano se INSIEME decidiamo di farle cambiare. Cambiano se ognuno di noi fa quel passettino in più per ripulire il proprio angolo di mondo, dentro e fuori, nei nostri pensieri, nei nostri account social, nei nostri slogan.

Isoliamo i provocatori, ignoriamo la stampa mistificatrice, riconosciamoci tra noi e torniamo a parlare di quello che ci fa battere il cuore. UNIONE, DIFESA, VALORE“.

Luca Ferrarini, Responsabile della Comunicazione di Jdentità Bianconera

Leonardo Sensi

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