Come un bambino nel paese dei balocchi.
Questo è sembrato Michele Di Gregorio oggi alla Conferenza Stampa di presentazione.
Ma il portiere ex Monza ha determinazione e fame.
“Le sensazioni sono quelle del primo giorno, è tutto splendido. In questi giorni ho avuto modo di toccare con mano le strutture di allenamento, sono davvero stupende. È un gruppo coeso, unito, è stato facile entrare in rosa. Il ritiro in Germania è stato fondamente per migliorare i legami dentro e fuori dal campo, un’esperienza piacevole. Il rapporto con i compagni di reparto è molto bello, ci conoscevamo un po’ già da avversari. Io sono venuto qui per dare il massimo, ci sono pressioni, ma sarò a disposizione al 100% delle mie possibilità”.
“Ho scelto la Juve praticamente da subito, ho mantenuto la mia parola. Non ho mai pensato ad altre squadre. L’obiettivo principale è e sarà quello di dare il massimo, crescere e avere come focus sia la Juventus, sia la nazionale. Il percorso richiede sacrificio, ma sono nel posto giusto per poterci riuscire.
Il mio è stato un percorso dal basso, gli anni passati sono stati formativi: sicuramente ha aiutato il fatto di giocare tanto, commettere errori e lavorarci sopra con costanza. Tutto ciò mi ha portato ad essere qui e ne sono parecchio soddisfatto”.
“Alla Juventus la storia parla in generale, ma soprattutto per quanto riguarda i portieri. Mi sento orgoglioso di essere bianconero anche per questo motivo. Le ambizioni personali sono quelle di lasciare un segno come i grandi numeri uno del passato. Come struttura fisica forse ricordo un po’ Angelo Peruzzi, vedremo se il tempo lo confermerà. Il focus resta sul lavoro in allenamento e sulla voglia di togliermi diverse soddisfazioni con questa maglia”.
“Il Mister non ci affida compiti particolarmente strani: vuole partecipazione alla manovra dal basso e tanta personalità. Il calcio è cambiato e tutti noi portieri ci comportiamo di conseguenza. Il ruolo del portiere nel calcio moderno è mutato: siamo sempre più coinvolti”.
“Il mio idolo è da sempre Gigi Buffon. Non ho avuto modo di sentirlo, ma le sue parole di apprezzamento fanno assolutamente piacere. È stato il più grande portiere della storia”.
“Dal punto di vista psicologico le aspettative rendono comunque affascinante il nostro mestiere, bisogna farsi sempre trovare pronti. A Monza c’erano pressioni diverse, gli step mi hanno fortificato mentalmente. Questo club ha ambizioni altissime, cercherò di farmi trovare a livello quando sarà ora. La maglia juventina ha un peso specifico addosso. C’è storia, ambizione e tutti si aspettano sempre molto come è normale che sia. È corretto percepire determinate sensazioni, bisogna spingersi sempre al massimo”.
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