Ieri vi abbiamo dato notizia dell’ esposto presentato da Jdentità Bianconera alle Procure di Roma e Milano, alla Procura della FIGC e alla Covisoc chiedendo di vederci chiaro sull’iscrizione dell’ Inter al Campionato di Serie A.
Come abbiamo già spiegato, in casi di bilanci in perdita, per iscriversi è necessario che un soggetto garantisca la continuità aziendale, detto grossolanamente che produca un documento dove si impegna a ripianare le perdite di esercizio.
Ovviamente chi di dovere deve verificare che questo soggetto abbia la solvibilità e la solidità per poter ottemperare a quanto promesso.
Nel caso dell’ Inter il documento è firmato da una società lussemburghese che però non ha mai prodotto un bilancio, e allora su che basi è stata ritenuta idonea a mantenere l’impegno preso?
La questione non è marginale perché la garanzia di avere la continuità aziendale è condizione sine qua non per avere l’ok all’ iscrizione.
Come era prevedibile si sono avute le reazioni più svariate.
Il plauso del popolo bianconero anche se molti sono convinti che sia una battaglia senza speranza e ovviamente l’indignazione e lo scherno di quello interista, con anche minacce sui siti e sui social della Fondazione, che afferma che, per non pensare ai propri fallimenti sul campo, si deve screditare gli altri… Della serie senti da che pulpito.
In poche parole chiarezza!!!! E questo chiunque ami il calcio dovrebbe pretenderla!!! Viene dimostrato che la documentazione prodotta dall’ Inter è regolare e che chi doveva controllare lo ha fatto nel modo dovuto? Bene la cosa finirà qui. Ma dato che il lavoro degli avvocati e del Pool dei revisori contabili della Fondazione ha acquisito documentazione (circa 50 pagine si legge sui social della Fondazione) parrebbe il contrario perché da sportivi e cittadini non si deve chiedere un chiarimento?
Chiariamo subito che Jdentità Bianconera è un’associazione seria, non quello che qualche campana anti juventina cerca di far passare.
Fondata in Estate da stimati professionisti ha fatto passi da gigante.
Uno dei principi che la Fondazione chiede a chi vuole aderire è di non scendere al livello degli altri: sui social ti danno per fare un esempio grossolano del ladro perché sei juventino? Non devi scendere a quel livello rispondendo con altri insulti o definendo un’ altra tifoseria con espressioni scurrili o poco opportune.
“Il nostro sogno” -disse in una della prime live su Twitch il Responsabile della Comunicazione Luca Ferrarini – “è poter un giorno andare in uno stadio tranquillamente con i nostri vessilli senza timore di alcun che anzi, potendo confrontarsi con le altre tifoserie. Per questo vogliamo combattere il clima di odio che c’è in giro”.
Diffide, querele, trasmissioni informative sui canali YouTube e Twitch, la Fondazione lavora alacremente. Molte cose le trovate sul loro sito meno le querele che non possono essere rese note per il segreto istruttorio.
Sempre sul sito è anche possibile, per chi vuole, aderire, la quota è 29 € annui.
La Fondazione non è a scopo di lucro ma, come potete immaginare, le spese sono ingenti, sia per le azioni legali che per acquisire documentazione (tipo quella per l’esposto che è stata acquisita in Lussemburgo).
Inoltre va tenuto presente che i numeri contano e la forza di qualsiasi associazione è quante persone rappresenta, per questo la Fondazione ha interrotto la possibilità tramite il sito di effettuare donazioni, perché, come dicono i responsabili, fanno più 10 iscritti a 29 € che uno che dona 1000 €, pur ringraziando la generosità di chi donava attraverso quel canale.
Come detto molti tifosi bianconeri, pur apprezzando quanto fa la Fondazione, sono scettici che si possa ottenere qualcosa di concreto perché bisogna scontrarsi con i “poteri forti”.
Proprio per questo è importante che tanti aderiscano, se ci fossero centinaia di migliaia di iscritti credete che qualcuno possa fare orecchie da mercante?
La strada è impervia e difficile?
Siamo d’accordo ma se nella storia tanti la avessero pensata in questo modo probabilmente tante conquiste nella storia dell’ umanità non ci sarebbero state.
Come ha detto il Presidente della Fondazione Massimo Durante:”Diventate attori non restate spettatori!”.
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