Conceicao scaglia il tiro del gol decisivo
Un vecchio detto recita: “Chi vince gode, chi perde spiega“.
Bene, ieri sera a godere è stata la Juventus e le spiegazioni sono toccate all’ Inter.
Leggendo qua e là sui social e stamattina sui quotidiani non possiamo non notare come questa massima sia reale.
Inzaghi nel post partita ha detto che mai, fin dai tempi della Lazio, una sua squadra aveva creato così tante occasioni per segnare come ieri in casa dei bianconeri.
Vero, l’ Inter ne ha avute almeno quattro, due colossali, i pali sono uno e non due dato che quello di Dumfries è derivato da un fallo fischiato in ritardo e quindi non ci sarebbe dovuto essere, ma Lautaro e compagni sono andati vicinissimi al gol più volte.
Nel primo tempo in tutta sincerità sembrava di vedere la maestra (l’ Inter) con l’ allievo timoroso (la Juve).
Motta lo ha riconosciuto, evidentemente stavolta è riuscito negli spogliatoi a toccare le giuste corde dato che nella ripresa la Juve è entrata con ben altro piglio.
I bianconeri hanno provato a ribattere colpo su colpo, anche rischiando qualcosa e i neroazzurri sono rimasti spiazzati da questa trasformazione.
Thiago Motta nell’ intervallo deve aver toccato le corde giuste ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Ci è voluta anche una dose di fortuna, ma come sempre diciamo la dea bendata va cercata e saputa prendere e la Juve è stata brava in questo.
Inzaghi poi dovrebbe anche però vedere che pure la Juve ha avuto le sue occasioni e non solo dopo essere passata avanti.
Nel primo tempo nella forse unica sortita Sommer ha fatto una parata difficilissima su Conceicao dopo che era stato severamente impegnato da Nico Gonzalez.
Nel secondo Koopmeiners dopo pochi minuti dall’ 1-0 si è visto negare il gol solo da Dumfries sulla linea e Sommer ha negato il raddoppio a Kolo Muani.
Inzaghi ha ragione, l’ Inter ha avuto tante occasioni ma non è che alla Juve sono mancate.
Conta l’ atteggiamento e su questo abbiamo disquisito sopra, poi non bisogna scordarsi che la Juve aveva una difesa inventata, con Savona limitato dalla pubalgia adattato a sinistra dove Dumfries gli ha fatto vedere i sorci verdi e Weah che difensivamente non è un fulmine di guerra a destra.
In mezzo il pur positivo Veiga, ma comunque arrivato recentemente, insieme a Gatti che sono mesi che fa gli straordinari.
A centrocampo Thuram, impiegato in un ruolo diverso, faceva fatica insieme a Koopmeiners a tenere le distanze.
Probabilmente Motta nell’ intervallo ha spiegato bene cosa voleva da loro e, con Cambiaso al posto di Savona, Dumfries è visibilmente calato.
Kolo Muani si è visto poco, ma quel poco ha lasciato il segno.
La caparbietà dell’ azione in un fazzoletto che ha liberato Conceicao al tiro per il vantaggio è stata un pezzo di bravura, aiutato anche dalla fortuna ma come dicevamo prima cercata.
E quando ha potuto si è reso pericoloso.
Kolo Muani sempre più decisivo ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Da contraltare abbiamo un Vlahovic ancora seduto in panchina 90′ e il serbo dà sempre più l’ impressione di essere un separato in casa.
Bisogna cercare di recuperarlo perché in questo finale ci sarà bisogno di tutti, a partire da mercoledì.
Quattro vittorie consecutive era tanto che non venivano, quindi dal punto di vista dei risultati speriamo sia davvero l’ inizio della continuità inseguita da inizio stagione.
Bisogna lavorare per averla nei 90′, la Juve anche per la sua struttura di squadra molto giovane, è molto umorale ancora e deve capire come diventare grande squadra.
Vincere queste partite serve anche a quello.
Mercoledì sarà una gara ancora più importante di questa.
Chiaramente i tifosi bianconeri avrebbero scelto quella di ieri per ovvi motivi, ma per la società conta molto di più.
Dopo ieri il campionato era ancora lungo, mercoledì è un dentro/fuori.
Passare il turno non vale solo sul lato sportivo ma soprattutto su quello economico: ballano diversi milioni che saranno fondamentali per costruire la Juve del prossimo anno e continuare a crescere.
Perché ha detto bene Gatti nel post partita: “Alla Juve non bisogna accontentarsi del quarto posto ma arrivare in fondo a tutte le competizioni”.
“Alla Juve bisogna arrivare in fondo a tutte le competizioni” ha detto Gatti nel post partita.
E per farlo di strada ce n’è ancora da fare e richiede investimenti.
Per tornare al paragone scolastico di inizio articolo la Juventus è ancora alle medie, mercoledì può provare a passare alle superiori, senza superiori non si arriva all’ Università, che è dove la Juve era e deve tornare a essere.
E ciò lo sanno tutti, dirigenti e Motta in primis.
Lesione del tendine del plantare gracile della gamba destra per il portoghese La serata di…
Un' umiliazione inaccettabile "La vittoria ha molti padri, la sconfitta è orfana" recita un vecchio…
Una partita complessa in cui Vincic si è saputo adeguare Forse non tutti sanno che…
Curioso batti e ribatti a distanza Il primo a presentarsi ai microfoni di Prime Video…
Migliore in campo Di Gregorio Michele DI GREGORIO 7 - Almeno due/tre interventi decisivi dal…
Tonfo clamoroso in Olanda Una Juventus che, dopo aver tenuto discretamente il campo nel primo…