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Comolli e Tognozzi in arrivo, Giuntoli out?

Pronto un triennale per il Manager francese

Damien Comolli si è dimesso dalla carica di Presidente del Tolosa, comunicando al proprietario Red Bird, lo stesso del Milan che ieri ha fra parentesi chiuso per il ritorno di Allegri in panchina, la propria decisione.

Sarebbe pronto per lui un triennale alla Continassa dove avrà la responsabilità dell’ area tecnica.

Scoperto da Arsene Wenger che lo portò all’ Arsenal uno dei suoi primi colpi fu proprio dalla Juventus con Henry pagato 16 miliardi di lire e rivenduto dopo 8 anni a 24.

Ha scoperto fra gli altri Ljumberg e Modric.

È talmente grato a Wenger che ha dato il nome Arsene a suo figlio.

Damien Comolli, l’ uomo scelto per il rilancio bianconero.

Tognozzi, a volte ritornano

Con Comolli sbarcherà a Torino anche Matteo Tognozzi.

In realtà è un ritorno, dato che Tognozzi è stato alla Juve fino a due anni fa occupandosi della Next Gen.

A lui si devono gli affari fra gli altri di Huijsen e Yildiz.

Matteo Tognozzi di ritorno alla Juventus.

Come detto ieri avrà ancora più poteri Giorgio Chiellini.

La situazione Giuntoli

A proposito di ieri all’ inaugurazione del monumento per le vittime dell’ Heysel vicino allo Stadium era presente la dirigenza, compreso John Elkann ma è stata notata l’ assenza di Giuntoli e dei suoi collaboratori.

La società ha specificato che la non presenza del dirigente toscano era dovuta a un impegno familiare improvviso e inderogabile, ma ovviamente la cosa ha fatto scalpore e, considerando gli arrivi di Comolli e Tognozzi, molti hanno fatto due più due.

Tutto lascia pensare che con tre anni di anticipo rispetto al contratto Giuntoli concluderà la sua avventura in bianconero.

Ieri all’ inaugurazione del monumento ai caduti dell’ Heysel vicino allo Stadium era presente anche Elkann, mancava Giuntoli.

Le colpe di Giuntoli

Arrivato a Torino due anni fa coronando il sogno di una vita essendo sempre tifoso juventino (e chi scrive può testimoniarlo avendoci tanti anni fa fatto diversi viaggi in pullman in direzione Torino quando Giuntoli era ancora un calciatore, ndr) gli era stata data carta bianca con due obiettivi principali: ridurre il monte ingaggi sistemando il bilancio e tornare a essere competitivi sul campo.

Il primo obiettivo è stato raggiunto portando il bilancio quasi in pareggio, ma sul secondo le cose non sono andate secondo le aspettative.

La scelta di Motta e la sua gestione

La più grande colpa imputata a Giuntoli è stata la scelta di Thiago Motta ma soprattutto la sue gestione: il tecnico italo brasiliano è stato accontentato su tutto, facendo anche scelte discutibili come quella di non prendere una punta ma Nico Gonzalez con cui Motta era convinto di fare un percorso simile a quello di Zirkzée a Bologna.

Ricordiamo che Giuntoli aveva in mano Retegui, abbandonato per l’ argentino su richiesta esplicita di Motta, spendendo di più sia come ingaggio che come cartellino.

Che dire poi della gestione del tecnico all’ interno dello spogliatoio? 

L’ apice si è avuto con la questione Danilo: Giuntoli aveva convocato l’ allora capitano per chiedergli come mai la Juventus stava subendo troppi gol.

Il brasiliano disse che secondo lui e molti altri dello spogliatoio era conseguenza del 4-2-3-1 mottiano che, in caso di perdita del pallone esponeva la squadra a facili pericoli.

Il DS toscano ne ha parlato con Motta e Danilo è stato messo fuori rosa con la conseguente rescissione, una delle tante scelte punitive che l’ ex allenatore del Bologna ha fatto e che gli hanno inviso lo spogliatoio (basti pensare alla fascia di capitano itinerante, a Cambiaso, a Gatti e alle dichiarazioni di Locatelli nel post partita di Eindhoven).

Insomma, a Giuntoli è stato imputato di aver dato troppo spazio a Motta e di non avere avuto il polso per tenere le fila.

La scelta di Motta e la sua gestione sarebbe stata la pietra tombale dell’ esperienza di Giuntoli a Torino.

Il mercato discusso

A ciò aggiungiamoci che gli acquisti più costosi non hanno reso e alcune scelte sulle cessioni, vedi Huijsen, che a posteriori sono sembrate discutibili, anche se qui ricordiamoci che per fare mercato bisognava monetizzare dando un occhio al bilancio, l’ olandese con passaporto spagnolo veniva da una stagione deludente a Roma, voleva giocare e a Torino era chiuso è per la Juve era plusvalenza secca.

In Inghilterra è esploso in una squadra senza ambizioni e con poche pressioni, ma nessuno pensava ovviamente che lo avrebbe fatto in quel modo.

Dean Huijsen una cessione discussa.

Ennesima rivoluzione

Insomma una rivoluzione, l’ ennesima. Aspettiamo gli sviluppi e vedremo chi sarà in campo e in panchina, dato che è sfumato il ritorno di Conte e Tudor è sempre in sospeso.

Da parte nostra commenteremo tutto a bocce ferme quando ci saranno le ufficialità ma una cosa ci sentiamo di dirla: non faremo più sconti.

È l’ ora di tornare a essere la Juventus, in campo e fuori, quella che abbiamo visto in questi anni era un’ altra roba.

A buon intenditor…

Leonardo Sensi

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