Restò a Torino una sola stagione, tanti lo ricordano però sia perché in quell’ annata la Juve vinse, oltre allo Scudetto, la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale a Tokio, che per le sue folate in campo che mettevano scompiglio nelle difese avversarie.
Purtroppo per la sua generosità arrivava spesso poco lucido sotto porta e ha segnato meno di quanto avrebbe potuto ma il talento era indiscusso.
Ovviamente avete capito che parliamo di Alen Boksic, che in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport ha parlato della sua Juve e di quella attuale, partendo dalla delusione più grossa di quella annata bianconera, la finale di Champions con il Borussia Dortmund.
“Se penso alla Juve, la prima immagine è la finale di Champions persa col Borussia Dortmund. Alla Juve quando vinci è un sollievo e ti sembra normale. Le sconfitte, invece, sono una bella botta e per questo ti restano impresse. Coppa Italia? Sono contento per la Juve, ma mi dispiace per la Lazio e per il mio amico Tudor, che ha sfiorato l’impresa. Rivedrò Igor sabato: sarò all’Olimpico per la partita contro il Verona”.
“Dalla Juve, invece, ci si aspetta sempre di più: la Coppa Italia è un trofeo, ma non sposta la stagione dei bianconeri. Dalla Juve ti aspetti che almeno lotti per lo scudetto fino alla fine. Invece quest’anno la corsa è finita a febbraio, nello scontro diretto con l’Inter. Da quel momento ho visto troppe partite non da Juve“.
“È un ottimo attaccante e ha soltanto 24 anni. Ha mostrato qualità tra Fiorentina e Juve. Dusan può diventare un top come Haaland. Ma i paragoni non mi piacciono mai. E comunque in Italia è più difficile segnare che in Inghilterra per un centravanti. Era così ai miei tempi e lo è pure ora. Però… Un attaccante dipende sempre dai compagni che ha alle spalle. Ecco, io sono stato fortunato: mi giravo indietro e vedevo Zidane, Jugovic, Deschamps, Conte… E accanto avevo Del Piero o Vieri. Dusan, invece, gioca in una Juve più attendista e con difficoltà a creare gioco”.
“Alla Juve ne servirebbe più di uno, di Mario. Mandzukic era uno che non mollava mai e che metteva sempre la squadra davanti a tutto. Quando arrivò Higuain, sembrava la fine per Mario. Invece si spostò a sinistra e rischiò di entrare nella storia con il gol in mezza rovesciata in finale di Champions“
“Modric è baciato da Dio, è il calcio: lo consiglierei a qualsiasi top club, anche alla Juve. Non so se Luka lascerà a scadenza il Real, dove già in questa stagione ha fatto da chioccia a Bellingham e agli altri giovani, ma sono convinto che abbia altri due anni di calcio ad alto livello nelle gambe. Modric da solo non basterebbe per raggiungere l’Inter, che ha stravinto con merito lo scudetto, ma darebbe una bella mano”.
“Chiesa mi ricorda il papà, un attaccante che ho sfidato tante volte e del quale ero innamorato. Enrico era veloce, dribblava e aveva un gran tiro. Se non ha giocato nel Milan, nella Juve o nell’Inter è perché ai nostri tempi era più difficile vestire quelle maglie. Federico mi sembra una seconda punta che svaria come il padre: ha tutto per esplodere. Yildiz ha talento, ma soltanto 18 anni: meglio andarci piano”.
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