Sono passati 35 anni ma per chi come noi ha qualche anno in più sembra ieri.
Chi scrive era sintonizzato con La Domenica Sportiva per vedere i gol della giornata calcistica, allora non c’ era la Pay TV e chi non era allo stadio aspettava con ansia le trasmissioni dedicate per togliersi la curiosità di capire se ciò che aveva immaginato dal racconto dei radiocronisti era reale.
A un certo punto un affranto Sandro Ciotti interruppe la trasmissione per dire un qualcosa che non avremmo mai voluto sentire.
Se ne era andato un Campione ma soprattutto un grande Uomo, Gaetano Scirea.
Tardelli, compagno di tante battaglie che era ospite in studio lasciò la trasmissione in lacrime, aveva perso un amico, ma molti di noi a casa facemmo come lui, iniziammo a piangere perché non se ne era andato solo un idolo ma un qualcosa di più.
La società lo ha ricordato sui suoi canali ufficiali con una nota che riportiamo integralmente:
“Sono passati 35 anni da quel 3 settembre 1989, da quella notizia che colse di sorpresa tutti e che ha lasciato all’interno della famiglia Juventus e del mondo dello sport in generale, un vuoto incolmabile: la tragica scomparsa di Gaetano Scirea è un ricordo doloroso e indelebile nel cuore di tutti i tifosi bianconeri.
Un signore, gentiluomo dentro e fuori dal rettangolo verde – simbolo di un tempo e di un modo di intendere la vita che lo ha portato a diventare uno dei pilastri sia della Juventus che della Nazionale Italiana.
La sua capacità di interpretare lo sport, il lavoro e la vita lo hanno portato nel corso della sua carriera calcistica a diventare un riferimento e un uomo apprezzato da milioni di appassionati.
I numeri infatti, nel caso di un campione come Scirea, ne raccontano soltanto in parte la grandezza: quattordici stagioni con la maglia della Juventus come seconda pelle, oltre 500 presenze con 32 gol segnati, sette Scudetti conquistati e una serie di coppe europee che lo rendono uno dei giocatori più vincenti nella storia del nostro Club.
Anche oggi quindi bisogna sottolineare la grandezza dell’uomo, prima ancora che del calciatore.
Ci manchi, capitano!”
Mille sono gli aneddoti che si potrebbero raccontare su Scirea, in campo e fuori dal campo, ne scegliamo uno.
Darwin Pastorin, che allora scriveva per Tuttosport, aveva appuntamento con lui per un’ intervista dopo gli allenamenti, dovette aspettarlo quasi un’ ora perché Gaetano era assediato dai tifosi che gli chiedevano autografi.
Non andò da lui finché l’ ultimo dei fan non fu accontentato e il giornalista gli chiese: “Ma non ti stanchi mai a firmare tutti questi autografi?” .
Gaetano lo guardò e rispose:“Ci vuole così poco a fare felice qualcuno”.
Ci manchi davvero Gaetano, soprattutto in questo calcio dove i calciatori si sentono, salvo rare eccezioni, dei semi dei.
Non ti dimenticheremo mai!!!
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